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"Non è possibile accorciare i processi per decreto. Questa riforma della giustizia non viene fatta perchè l'Europa ci chiede processi più brevi. Non è questa la strada". Sono state queste le parole del magistrato Vittorio Teresi, presidente del centro studi Paolo e Rita Borsellino intervenuto in via D'Amelio durante l'iniziativa in memoria di Borsellino e degli uomini della scorta dal titolo 'Il tempo che verra' tra memoria e futuro'. "Si avrà una giustizia ingiusta. - ha aggiunto - credo che tutte le forze politiche hanno oggi una grande responsabilità. Che fine faranno i grandi processi di mafia con questa scellerata riforma?" Si è chiesto il magistrato, sottolineando che "vedremo chi vorrà opporsi a questo scempio e chi lo appoggerà. La strage di via d'Amelio è stata una strage di Stato. Spero di vivere in un paese in cui non si scende a patti con la mafia ma in cui tutti perseguiamo lo stesso obiettivo di lotta ai boss".
Oltretutto Teresi ha espresso anche delle considerazioni in merito all'ergastolo ostativo "attorno a noi in questo momento, se vogliamo parlare di giustizia, stanno succedendo fatti gravissimi. Si sta discutendo dell'opportunità o meno di mantenere, parlando di mafia ed antimafia, il carcere ostativo. Una questione che parte secondo me da un grande equivoco all'interno della Cedu (Corte europea dei diritti dell'uomo, n.d.r) e probabilmente anche dalla miopia che certe istituzioni altissime hanno, che sono talmente alte che perdono di vista il dettaglio, che non conoscono la realtà delle mafie, che non hanno capito che il vincolo associativo mafioso è più forte del vincolo familiare e che quindi i mafiosi che si sono macchiati dei più gravi delitti per dimostrare di aver imboccato un percorso di vita differente o mentono o debbono iniziare a collaborare". Infine il magistrato ha detto che "quell'equivoco della Cedu è ricaduto sulla Corte costituzionale che ha messo il nostro Parlamento, secondo me, in una condizione fortemente imbarazzante, perchè dovrà legiferare su un argomento difficile e delicato e mi auguro che non perda di vista il problema della sicurezza dei cittadini e della dignità delle vittime e dei loro familiari. Dignità che è messa in discussione dalla riforma Cartabia".

Foto © Emanuele Di Stefano

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