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La Corte di Cassazione ha ritenuto colpevoli l’ex ministro boliviano Arce Gómez e altri 20 imputati

E’ un giorno storico per i parenti dei desaparecidos di origine italiana, vittime delle più feroci dittature latinoamericane. La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha reso definitive le condanne all'ergastolo per omicidio plurimo nei confronti di 21 ex alti ufficiali, esponenti delle giunte militari e dei Servizi di sicurezza di Bolivia, Cile, Uruguay e Perù, al potere tra gli anni '70 e '80, legati al cosiddetto 'piano Condor'. La posizione di tre degli imputati, con posizioni connesse tra loro, è stata stralciata ieri in attesa di acquisire il certificato di morte di uno di loro. I supremi giudici con questa sentenza hanno rigettato i ricorsi degli imputati e accolto la richiesta dell'avvocato generale della Cassazione Pietro Gaeta avanzata nel corso dell'udienza che si è celebrata ieri a piazza Cavour. ''Questo non è un processo politico, gli imputati sono stati condannati in appello sulla base di legittimi principi giuridici'' ha detto il pg in aula chiedendo il rigetto di tutti i ricorsi presentati contro la sentenza di appello con la quale, ha sottolineato il pg, ''si ripristina lo Stato di diritto''. La Corte di Assise d'appello di Roma nel 2019 aveva inflitto 24 ergastoli (in primo grado nel 2017 il processo si era concluso con otto condanne all'ergastolo e 19 assoluzioni). Fra i condannati c'è anche Jorge Nestor Troccoli, l'unico attualmente residente in Italia nel Cilento, ritenuto membro dell'intelligence uruguayana legata all'allora dittatura del suo Paese. Nei giorni scorsi intanto sono diventate definitive le condanne all'ergastolo nei confronti di tre militari cileni condannati a Roma per gli omicidi commessi all'epoca della dittatura di Pinochet nei confronti di cittadini ‘Desaparecidos” di origine italiana. Si tratta del colonnello Rafael Francisco Ahumada Valderrama, il sottufficiale Orlando Vasquez Moreno e il brigadiere Manuel Vasquez Chahuan. Nei confronti dei tre militari, che non hanno presentato ricorso in Cassazione, il sostituto procuratore generale Pietro Maria Catalani ha inviato al Cile la richiesta di arresto provvisorio.

Storia del processo Condor
Il processo in Italia è iniziato nel 1999 per iniziativa del procuratore Giancarlo Capaldo dopo la denuncia di alcuni parenti dei desaparecidos, un anno dopo l'arresto del dittatore cileno Augusto Pinochet, incriminato a seguito dell'inchiesta del giudice spagnolo Baltasar Garzón.
In questi oltre due decenni si è cercato di definire le responsabilità per la scomparsa (sparizione forzata) di cittadini latinoamericani di origine italiana, oppositori politici e attivisti di sinistra scomparsi all'ombra di quella che è nota come Operazione Condor. Un piano criminale figlio della mente dell’ex segretario di Stato USA Henry Kissinger volto ad annientare “la minaccia” comunista in Latinoamerica.
L'Italia ha emesso nella sentenza del processo d'Appello del 9 luglio 2019 ventiquattro ergastoli, tutti in contumacia, poiché gli imputati, molti di età avanzata, sono nei loro paesi, condannati o in libertà, tranne Jorge Néstor Troccoli, che vive nel Cilento dal 2007 anno in cui scappò dalle autorità uruguayane.
Tra i condannati provenienti dalla Bolivia c'è l'ex ministro degli Interni durante la dittatura boliviana, Luis Arce Gómez, morto nel marzo 2020.
Altri tre provengono dal Perù: l'ex presidente Francisco Morales Bermúdez e gli ex ufficiali militari Germán Ruiz Figueroa e Martín Martínez Garay.
Sette i cileni: Rafael Ahumada Valderrama, Manuel Abraham Vásquez Chauan, Pedro Octavio Espinoza Bravo, Daniel Aguirre Mora, Carlos Luco Astroza, Orlando Moreno Vásquez. Hernán Jerónimo Ramírez Ramírez.
Per i primi tre, Rafael Ahumada Valderrama, Manuel Abraham Vásquez Chauan, Orlando Moreno Vásquez, per non essere stato presentato l’appello in Cassazione, la condanna è diventata definitiva, come detto, qualche giorno fa. Si tratta di una sentenza dell’Italia sul golpe di Pinochet che ha un importante valore storico, arrivata a quasi cinquanta anni dai fatti: i tre erano stati condannati dalla Corte d’Appello di Roma l’8 luglio del 2019 nel maxi-processo passato alla storia come “Condor” dall’accordo di cooperazione tra i servizi di sicurezza dei vari paesi in America Latina per catturare e far sparire attivisti, dissidenti e oppositori politici.
Il gruppo più numeroso è quello degli uruguaiani, con tredici condannati: oltre a Troccoli, ci sono i repressori José Ricardo Arab Fernández, José Horacio “Nino” Gavazzo Pereira, Juan Carlos Larcebeau Aguirregaray, Pedro Antonio Mato Narbondo, Luis Alfredo Maurente Mata, Ricardo José Medina Blanco, Ernesto Abelino Ramas Pereira, José Sande Lima, Jorge Alberto Silveira Quesada, Ernesto Soca, Gilberto Vázquez Bissio e Juan Carlos Blanco. A seguire tutte le udienze del processo è stata l’associazione 24 marzo Onlus, che in occasione della sentenza ha organizzato un webinar sulla propria pagina.

In foto: un gruppo di familiari dei desaparecidos del Cile © Kena Lorenzini

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