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Il Re dei Paesi Bassi: "Attacco allo stato di diritto"

Molto probabilmente si tratta di un agguato di matrice mafiosa quello avvenuto martedì intorno alle 19.30 nella capitale olandese, nel distretto di Lange Leidsedwarsstraat, in pieno centro, a danno del giornalista di inchiesta Peter R. de Vries (in foto), 64 anni, il quale sta rischiando di morire dopo essere stato colpito cinque volte da diversi colpi di arma da fuoco, di cui almeno uno alla testa, mentre stava uscendo dallo studio dell'emittente olandese Rtl, al termine di un'apparizione televisiva.
Nel 2019 De Vries aveva annunciato su Twitter di essere stato informato dalla polizia e funzionari della Giustizia di essere sulla “lista nera” di un criminale latitante.
Le prime ipotesi investigative conducono a quello che le autorità locali hanno definito un'esecuzione in piena regola da parte della Mocro-maffia, l'emergente gruppo criminale che si sta diffondendo sempre più tra i Paesi Bassi e il Belgio, e i cui sicari avrebbero ucciso due anni fa, sempre ad Amsterdam, l'avvocato Derk Wiersum, legale del testimone chiave in quello che è il primo vero maxi-processo a questo nuovo gruppo criminale mafioso. Le autorità hanno arrestato 3 sospetti, ma al momento c'è il massimo riserbo sulle indagini. Intanto il primo ministro Mark Rutte ha definito l'attacco "scioccante e incomprensibile" e la sparatoria un "attacco al giornalismo libero". Alle voci di solidarietà si è unità anche quella del sindaco della medesima città, Femke Halsema, per il quale de Vries è "un eroe nazionale" e "un giornalista raro e coraggioso che cercava la verità instancabilmente".
Willem-Alexander, re dei Paesi Bassi, invece ha dichiarato: "Peter de Vries era ovviamente un giornalista speciale e questo è stato un attacco al giornalismo, la pietra angolare del nostro stato costituzionale e quindi anche un attacco allo stato di diritto".
De Vries aveva già ricevuto diverse minacce per le sue inchieste sul complesso sottobosco criminale olandese soprattutto a partire dagli anni '80 quando si era occupato del rapimento di Freddy Heineken, imprenditore dell'omonima birra, il cui caso è diventato anche un film con Anthony Hopkins.
Anche i media olandesi si sono espressi spiegando che il movente del tentato omicidio non si dovrebbe cercare nelle vecchie organizzazioni criminali ma nel processo contro la Mocro-maffia - che vede imputate 17 persone, su cui pendono almeno 9 omicidi commessi tra il 2014 e il 2019 - che ha generato un’attenzione mediatica senza precedenti e definita dal pubblico ministero come “un’organizzazione di sicari ben oliata" di nuova generazione che opera tra Paesi Bassi e Belgio, caratterizzata su base etnica.
Infatti De Vries ha un ruolo centrale in questo processo, vista la vicinanza a Nabil B., ossia il testimone chiave del procedimento.

La mafia Olandese
La Mocro-maffia è un nuovo tipo di criminalità di stampo mafioso emergente non solo in Olanda ma in tutte le parti d'Europa. Le sue radici affondano nella comunità maghrebina, da cui il nome, ma i suoi affiliati sono per lo più nati e cresciuti in Europa, dai Paesi Bassi al Belgio, passando per la Spagna.
E' stata, purtroppo come in molti altri casi, considerata a lungo una sorta di gruppo criminale di serie B dedito perlopiù allo spaccio di droga ma che con il passare del tempo è riuscita a affermarsi come uno dei più potenti cartelli della droga Europei, forte soprattutto per i suoi legami con i porti a cui arrivano le navi cariche di cocaina, come quelli di Rotterdam e Anversa. Non a caso, il numero due dell'organizzazione, Said Razzouki, è stato arrestato in Colombia, dove era fuggito anche grazie al sostegno del Cartello di Sinaloa e del Clan del Golfo. Il capo mafia Ridouan Taghi, invece, è stato bloccato dalla polizia mentre si trovava a Dubai. I loro arresti non hanno certo fermato le attività criminali di questa mafia emergente la quale sta continuato a collaborare con altre consorterie criminali come la 'Ndrangheta, la mafia albanese e quella nigeriana.

Un Narco-Stato nel Nord dell'Europa
Secondo diversi esperti, queste organizzazioni criminali ('Ndrangheta, Mocro-maffia, mafia albanese e nigeriana) stanno facendo dei Paesi Bassi (ma anche del Belgio) un vero e proprio narco-Stato. "Abbiamo decisamente le caratteristiche di un narco-Stato", aveva detto già nel 2019 Jan Struijs, leader del più grande sindacato di polizia olandese, aggiungendo che "certo, non siamo il Messico. Non abbiamo 14.400 omicidi. Ma se guardiamo alle infrastrutture, ai grandi soldi guadagnati dalla criminalità organizzata, all'economia parallela, sì, abbiamo un narco-Stato". Il dito di una parte dei media olandesi è stato a lungo puntato nei confronti dell'immigrazione, in particolare della comunità marocchina. Ma le varie operazioni di polizia che si sono succedute negli ultimi mesi hanno rilevato che in Olanda i traffici hanno molte e diverse bandiere, compresa quella nazionale.
Esempio emblematico è stata la mega raffineria scoperta l'anno scorso nel Nord-Est del Paese, era gestita da olandesi e alcuni membri di un cartello colombiano. La polizia ha sottolineato di aver dovuto lavorare 3 giorni per “spegnere” gli impianti, a causa del rischio per la salute dovuto alle sostanze chimiche all’interno. Secondo l’ispettore dell’unità specializzata che ha compiuto il raid, “la capacità di produzione va dai 150 ai 200 kg di cocaina al giorno, per un valore compreso tra 4,5 e 6 milioni di euro". Sempre la scorsa estate, le autorità avevano scoperto al confine col Belgio 7 container usati come stanze della tortura.

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