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Putin e ministro Shoigu avvertono: "Speriamo che prevalga il buon senso"

Lo scorso 14 giugno, a Bruxelles, si è tenuto il vertice della Nato in cui si è espresso in maniera netta la volontà di trasformare il blocco da un'entità regionale in un'unione militare e politica globale il cui obiettivo primario è la deterrenza di Russia e Cina.
Per questo motivo la Russia torna ed esprimere la propria preoccupazione anche alla luce dell'incremento di presenza di militari della Nato vicino ai suoi confini, ma Mosca spera che l'alleanza prenderà in considerazione le sue iniziative sulla de-escalation delle tensioni. A ribadirlo è stato il leader massimo, il presidente russo Vladimir Putin, intervenendo con un video messaggio alla IX Conferenza di Mosca sulla sicurezza internazionale. "Naturalmente, non possiamo non essere preoccupati per il continuo aumento delle capacità militari e delle infrastrutture della Nato vicino ai confini russi, così come il fatto che l'alleanza si rifiuta di considerare in modo costruttivo le nostre proposte sulla de-escalation delle tensioni e la riduzione del rischio di incidenti imprevedibili", ha detto il leader russo. Putin ha dunque sottolineato che Mosca "si aspetta che il buon senso e il desiderio di sviluppare relazioni costruttive con noi alla fine prevalgano". 
Alla conferenza di Mosca è quindi intervenuto il ministro della difesa, Sergei Shoigu.
In particolare quest'ultimo ha commentato la decisione del vertice della Nato di aumentare il bilancio della difesa e di aggiornare il potenziale di deterrenza nucleare: "La decisione del vertice di aumentare i bilanci della difesa degli stati membri e di aggiornare il potenziale di deterrenza nucleare porterà ad anni di confronto militare in Europa". "Nel complesso la situazione in Europa è esplosiva e richiede misure specifiche per la de-escalation. La parte russa ha proposto una serie di misure. Per esempio ha presentato una proposta per spostare le aree delle esercitazioni lontano dalla linea di contatto, ma il dialogo formale proposto da Bruxelles al Consiglio NATO-Russia non riduce le tensioni nelle relazioni bilaterali, soprattutto perché alcuni paesi europei sono interessati a un'escalation del conflitto con la Russia. La condotta dell'Ucraina, che ha provocato un'altra crisi nel Donbass poco prima del vertice di Bruxelles, potrebbe essere data come esempio".
Altro tema affrontato è il dispiegamento di missili a medio raggio in Asia che rappresenterà una minaccia per le regioni orientali della Russia. Lo ha affermato il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, intervenendo alla conferenza di Mosca sulla sicurezza internazionale. "I Paesi della regione del Sud-est asiatico sono costretti a fare delle scelte che vanno verso la creazione di strutture simili alla Nato - ha aggiunto Shoigu - Come in Europa, nel Sud-est asiatico si stanno creando gruppi avanzati ad alta prontezza, vengono schierati squadroni aerei d'attacco e portaerei. Nelle esercitazioni navali, oltre agli Stati della regione, navi dei Paesi dell'Alleanza atlantica sono sempre più coinvolti, il che aumenta il pericolo di incidenti durante le attività militari".
"Da un punto di vista militare - ha proseguito - la combinazione di una componente missilistica d'attacco con mezzi di difesa antimissilistica può modificare l'equilibrio delle forze non solo nella regione, ma in tutto il mondo. Se verrà presa una decisione sul dispiegamento di missili a medio raggio, allora questa situazione rappresenterà una minaccia per le regioni orientali della Russia".
Infine si è parlato anche dell'Afghanistan e dell'ormai prossimo ritiro delle forze Nato dal Paese. Secondo il ministro russo, citato dalla Ria Novosti, "gli sviluppi in Afghanistan richiedono un'attenzione speciale sia dei paesi vicini che delle organizzazioni internazionali. Bisogna ammettere che, nei 20 anni trascorsi nel Paese, il significativo dispiegamento delle forze dell'alleanza occidentale non è stato in grado di ottenere risultati significativi nella stabilizzazione e nella formazione di strutture stabili dell'amministrazione statale". Quindi ha concluso: "Dopo il ritiro delle forze Nato, è altamente probabile che possa riprendere una guerra civile, con tutte le sue conseguenze negative: ulteriore deterioramento della vita della popolazione, migrazioni di massa, diffusione dell'estremismo negli Stati vicini".

Foto © Imagoeconomica

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