Benpensanti non dicono nulla su chi, rispetto a Brusca, ha detto quasi nulla e potrebbe essere liberato
"Qualcuno tenta di smontare le riforme volute da Giovanni Falcone. Certamente se parlassi di meno magari farei più carriera. Paolo Borsellino, pur avvertendo avvicinarsi la morte, ha lavorato fino alla fine. Si poteva evitare quella morte e non abbiamo fatto ciò che era possibile, contrariamente forse a quella di Falcone che ormai lo si pensava quasi in pensione rispetto alla prima linea quando in realtà, nel momento in cui non ha fatto più il giudice, stava attuando un pezzo di riforme che ci servono ancora, che stiamo utilizzando e che qualcuno sta cercando di smontare". A dirlo è il procuratore Capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, a Vibo Valentia intervenuto ieri sera per presentare il libro "Non chiamateli eroi" scritto con lo scrittore e professore Antonio Nicaso. "In questo periodo sono arrabbiato - ha dichiarato Gratteri - perché si stanno facendo ragionamenti strani su cose per le quali Riina, con le sue bombe, non è riuscito a creare discussioni per certe riforme. Oggi vedo che quasi con distacco se ne sta parlando, come per l'ergastolo. Ho visto molti benpensanti parlare di Brusca che dopo 25 anni di carcere torna libero. Ma non ho notato alcun appunto sul fatto che se dovessero passare certe riforme, alcune persone che non hanno detto neanche "un quarto della messa" rispetto a Brusca potrebbero uscire dal carcere, pur avendo commesso una marea di omicidi. Da questo punto di vista stiamo un po' galleggiando nell'ipocrisia”.
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