Vite e storie per non dimenticare l’umano coraggio di chi ha scelto una vita chiara, pulita, etica
A 30 anni dalla morte di Falcone e Borsellino una raccolta di storie e personaggi racconta ai ragazzi il loro coraggio, invitandoli a lottare contro le mafie nel loro nome. Si tratta del nuovo libro di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, e Antonio Nicaso, storico e scrittore, in cui ricordano le vite di chi, guardando la mafia negli occhi, ha deciso di difendere le proprie idee, la propria dignità. Il volume si intitola “Non chiamateli eroi. Falcone, Borsellino e altre storie di lotta alle mafie” (Ed. Mondadori) e verrà pubblicato il prossimo 8 giugno. È un libro per giovani che, con l’ausilio di disegni e parole, invita i ragazzi a non dimenticare la vita di chi ha contrastato le mafie con le proprie passioni e il proprio lavoro. Non tanto, dunque, l’eroicità di pochi ma l’umano coraggio attraverso cui molti hanno scelto una vita chiara, pulita, etica. A costo, a volte, della vita stessa.
Assieme alle storie di Giovanni Falcone (recentemente commemorato) e di Paolo Borsellino, “sono narrate anche le vite di ragazzi e adulti attraverso le quali scorre il filo rosso della lotta alla criminalità organizzata”, si legge nella descrizione del libro. “Una storia che rischia di scomparire. Una storia che, al contrario, deve diventare patrimonio di tutti. Si narrano, per esempio, la vite di Giuseppe Di Matteo, Libero Grassi, Peppino Impastato, Giorgio Ambrosoli, padre Pino Puglisi, Gelsomina Verde, Lea Garofalo, Giuseppe Letizia”.
«Le parole sono pietre - riporta il dorso di copertina -. Usiamole per costruire ponti, per unire le coscienze di chi non sopporta più la tirannide delle mafie, l'ipocrisia di chi dovrebbe combatterle e le menzogne di chi continua a girarsi dall'altra parte”. Ed è con quelle parole che le vite sono state “rigorosamente documentate e raccontate in modo narrativo”, ha dichiarato Antonio Nicaso, raggiunto telefonicamente dal Corriere della Calabria. “Abbiamo scritto per immagini - ha continuato - partendo proprio dall’esperienza dei numerosissimi incontri che facciamo nelle scuole col procuratore Nicola Gratteri. Forse non tutti lo sanno ma passiamo moltissimo tempo con gli studenti negli istituti di ogni ordine e grado. I ragazzi descrivono la mafia come ‘la grandine sui campi che non fa più crescere nulla’ o come ‘un libro bianco scritto col sangue’. Ci siamo affiancati al loro immaginario per descrivere le vite dei personaggi che raccontiamo”.
Una delle mission del libro, infatti, è quella di raccontare vite e vissuti demolendo così lo stereotipo dell’uomo d’onore che ancora illude tanti e troppi giovani e non solo.
“Ai nostri tempi – ha spiegato il professore – a scuola non veniva nessuno a parlare di mafie. Molto lo abbiamo appreso per strada, in paese, in famiglia. Vedevamo morti ammazzati e tragedie, compagni di scuola che si perdevano per strada. Oggi la ‘Ndrangheta è un fenomeno che riguarda tutto il Paese. Il nostro libro è un piccolo contributo per farci riflettere e scegliere da che parte stare”. Ma il volume muove anche una critica nei confronti dell’idea “di fare strame della nostra memoria collettiva” e spazza via, appunto, “l’eroicizzazione delle vittime, persone come noi che facevano il proprio lavoro. Nel nostro Paese si dovrebbe insegnare il valore del sacrificio e si continuano, invece, a fare passerelle inutili. Per questo motivo abbiamo bisogno di raccontare quelle storie. Le mafie si combattono anche attraverso la memoria di chi è morto per noi”.
L’attenzione che il procuratore Gratteri assieme al professor Nicaso hanno rivolto ai giovani non è casuale. Sempre al Corriere della Calabria, Nicaso ha spiegato come dal processo Rinascita-Scott stia emergendo sempre più l’attenzione degli ‘ndranghetisti nelle giovani generazioni. Giovani e giovanissimi vengono sempre più avvicinati dalle consorterie mafiose. “Per raggiungere i ragazzi bisogna muoversi in tempo - ha proseguito Nicaso -. I ragazzi oggi guardano film, escono, imitano stili di vita. Per questa ragione col procuratore Gratteri abbiamo abbracciato subito l’idea di Marta Mazza, editor in chief di Mondadori Ragazzi, di scrivere un libro per i più giovani”.