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A 29 anni da Capaci a Palermo, e non solo, è il giorno della memoria

E’ un 23 maggio un po’ diverso dagli altri quello di oggi a Palermo. Sicuramente con restrizioni più leggere rispetto allo scorso anno in cui l’Italia e la Sicilia erano ancora nel pieno dell’emergenza pandemica, ma comunque con meno persone e attività commemorative. Nella città due sono gli appuntamenti organizzati questa mattina. Un primo più istituzionale all’aula bunker dell'Ucciardone, dove si è celebrato lo storico maxi processo, in cui hanno partecipato alcuni politici tra i quali il capo dello Stato Sergio Mattarella. Nel frattempo non molto più lontano si celebrava alla Kalsa, quartiere in cui Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono nati e cresciuti, un altro appuntamento che ha coinvolto ex addetti ai lavori, come il senatore Pietro Grasso giornalisti, attivisti e artisti.
Anche quest'anno, a chiusura delle manifestazioni per la memoria della strage di Capaci, in via Notarbartolo, davanti all'Albero Falcone, alle 17.58, l'ora esatta in cui la mafia fece esplodere i 500 chili di tritolo sotto l'autostrada di Capaci, si è tenuto il minuto di silenzio.
In tanti, nonostante le restrizioni, hanno voluto essere presenti per ricordare il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.
Pochi secondi prima il presidente della Camera Roberto Fico e la sorella del giudice, Maria Falcone, sulle note del silenzio che uscivano dalla tromba della banda della polizia, hanno scandito tutti i nomi delle vittime delle stragi di Capaci e via D'Amelio.
Senza roboanti palchi a fare da scenario vi erano centinaia di lenzuoli bianchi sulle facciate degli edifici di tutta la città, esposti come omaggio alle vittime. Tanti anche gli striscioni che riportano frasi come "Fuori la mafia dallo Stato", "corrotti e ricattabili fuori dalla magistratura", "mai più trattative Stato-mafia". "Ci siamo anche noi" scrivono i bambini e le bambine della scuola Garzilli.
Certo, non si è parlato della difesa dei magistrati più esposti, né tantomeno si è parlato di quei mandanti esterni che hanno ordito, ordinato e collaborato con Cosa nostra per le stragi, ma almeno, rispetto al rigoroso "rispetto istituzionale" del mattino all'aula bunker, si è chiesto a gran voce al Parlamento e al Governo di non vanificare anni di lotta alla mafia e tradire quelle leggi per cui proprio Giovanni Falcone si era battuto, intervenendo in maniera decisa sull'ergastolo ostativo, dichiarato pericolosamente incostituzionale dalla Consulta.
Del resto la stessa Maria Falcone, al tempo della decisione della Corte Costituzionale aveva chiosato: "Chiunque abbia una conoscenza minima del mondo mafioso, però , - spiega - sa che solo la collaborazione con la giustizia spezza i legami tra l’uomo d’onore e il clan. Concedere la libertà condizionale o altri benefici a prescindere dalla scelta netta della piena collaborazione sarebbe un errore pericolosissimo. Come sarebbe sbagliato e grave lasciare ai giudici, sovraesponendoli, la discrezionalità di scegliere caso per caso”. “Indagini recenti, ma gli esempi che potrei citare sono tantissimi, - aveva aggiunto Maria Falcone - dimostrano quanto la materia sia insidiosa. Solo qualche mese fa è venuto fuori da un’indagine che un killer della Stidda condannato all’ergastolo per aver ucciso il giudice Livatino, al quale erano stati concessi permessi premio sulla base di un presunto ravvedimento, appena tornato nel suo ambiente è tornato alla guida del clan”.





Our Voice alla Kalsa: “Basta passerelle, lo Stato distrugga la mafia che si cela in esso”
Tra questi erano presenti anche i giovani e le giovani del Movimento Culturale Internazionale Our Voice che hanno portato al “Giardino dei Giusti” alcune rappresentazioni artistiche e monologhi.
“La storia di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e di tutte le persone che si sono sacrificate per la nostra patria deve essere raccontata non soltanto in Italia ma anche all’estero in tutto il mondo”, ha esordito la leader del gruppo Sonia Bongiovanni, accompagnata dal violinista di Our Voice Andrès Gonzalez. “Deve essere fatta una denuncia e una memoria quotidiana nelle azioni e non solo nelle parole. Il nostro è un appello che noi giovani facciamo alle istituzioni: basta passerelle politiche sulle salme delle vittime della mafia”, ha gridato la giovane. “Alle nostre istituzioni chiediamo di distruggere quella mafia che vive nello Stato. Il nostro appello è rivolto alla ministra dell’Interno Laura Lamorgese e quella della giustizia Marta Cartabia, entrambe presenti in questo momento all’aula bunker per commemorare la strage. Non va insultata la memoria di Falcone smantellando leggi e norme da lui inventate e pensate”. E ancora: “Non va smantellata la memoria aprendo alla possibilità di concedere permessi premio per i boss irriducibili. Noi non ci stiamo con tutto ciò! L'appello che vogliamo rivolgere al ministero dell’istruzione è di occuparsi anche di raccontare ai giovani nelle scuole cosa è stata la strategia stragista. Va detto ai giovani che il nostro ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è indagato per le stragi del 1993 insieme a Marcello Dell’Utri co-fondatore di Forza Italia e condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e in primo grado al processo Trattativa Stato-mafia a 12 anni di carcere. Tramite l’arte e la cultura noi esigeremo e pretenderemo allo Stato di distruggere la mafia. E’ così che possiamo ricordare Giovanni Falcone, ha concluso.


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