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Dalla procura “importanti rassicurazioni, i pm sono al lavoro”. “I giovani presenti? Sono il futuro”

“Abbiamo avuto delle rassicurazioni importanti. Ovvero che non siamo soli, che ben presto verremo richiamati e che la procura è al lavoro per cercare di collazionare tutto ciò che è avvenuto”. Si sentono soddisfatti Ninni Domino e Graziella Accetta, padre e madre del piccolo Claudio, ucciso da Cosa nostra a Palermo il 7 ottobre 1986. I genitori sono stati ricevuti in procura e hanno parlato con i magistrati in merito alla possibilità di fare tutti gli accertamenti sul giallo della scomparsa del loro bambino undicenne. Un delitto senza verità da oltre trent’anni. “Non siamo entrati nel merito perché i magistrati e le procure non si possono giustamente sbilanciare più di tanto”, precisa Ninni Domino. “Il fatto importante è che siamo stati ascoltati sia dal procuratore capo Lo Voi che dal procuratore De Luca e questo ci ha lasciato molto soddisfatti. Si sono messi a disposizione e questo ci rende felici che magari si possa riaprire il caso sul nostro figlio e che finalmente possa venire fuori uno spiraglio di verità”. I genitori del piccolo Claudio chiedono da anni giustizia e verità, la scorsa settimana il loro appello si è fatto ancora più forte dopo la puntata di Atlantide in cui in studio si è parlato ampiamente di una possibile responsabilità di Giovanni Aiello, alias “faccia da mostro”, l’ex poliziotto e 007 che si pensa essere coinvolto in numerosi dei misteri che riguardano la Sicilia a partire dal fallito attentato a L'Addaura fino a passare per il delitto del poliziotto Nino Agostino.
“Gli elementi di novità sono che la procura sta riprendendo qualcosa che nell’arco di 25-30 anni per svariati motivi sono state un po’ archiviate e dimenticate”, affermano ai giornalisti presenti. La famiglia Domino vuole vederci chiaro ma sa anche che i “magistrati hanno bisogno del loro tempo”. “Stiamo parlando di qualcosa che risale a trenta anni fa”, sottolineano. Nei giorni scorsi Graziella Accetta e Ninni Domino avevano organizzato una protesta davanti al Tribunale di Palermo per chiedere accertamenti sull’ex poliziotto Aiello (deceduto nel 2017 per cause naturali) e un colloquio con la procura. Richiesta, questa, accolta stamani. “La cosa più bella di oggi è stata quella di sentire per la prima volta la vicinanza di istituzioni che contano in 34 anni”, dicono. “Confidiamo nella costanza di questo intervento e auguriamo un buon lavoro agli organi inquirenti”. Insieme ai familiari del bambino c’era anche il Movimento Culturale Our Voice, da sempre vicino ai familiari delle vittime di mafia insieme ai quali contribuisce con arte e attivismo alla richiesta di verità e giustizia sulle stragi di mafia e delitti eccellenti.
“Il fatto che ci siano i giovani è importantissimo perché sono il futuro”, dice ringraziandoli della loro presenza Graziella Accetta. “E’ importantissimo che si porti avanti la testimonianza e la memoria dei nostri cari. Noi anzi chiediamo scusa ai giovani perché stiamo consegnando loro un’Italia disastrata e avranno da lavorare molto”. “Se dovesse succedere qualcosa a noi come familiari ci sono i giovani che porteranno avanti la nostra lotta”, dice la signora Accetta. “Se un giorno non dovessimo esserci più sappiamo di essere in buone mani”.

Video © Emanuele Di Stefano

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