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Nuova giornata di requisitoria, nell'aula bunker di Reggio Calabria, per il processo "Gotha", nato da un'inchiesta della Dda sulla componente riservata della 'Ndrangheta. Oggi sono intervenuti i sostituti procuratori Stefano Musolino e Walter Ignazitto. Quest'ultimo ha ricordato il ruolo determinate dell'avvocato Giorgio De Stefano già condannato in appello con il rito abbreviato, figura emersa già nell'inchiesta "Sistema Reggio", confluita poi nel processo "Gotha". In particolare, il pm Ignazitto ha anche ricostruito la posizione dell'imprenditore Giovanni Carlo Remo, imputato per concorso esterno con la 'Ndrangheta, e la vicenda degli attentati al bar Malavenda nel quartiere di Santa Caterina. "Anche una piccola vicenda come un'intimidazione ad un bar - ha detto in aula il magistrato - ha determinato l'esigenza che intervenisse non l'ala militare delle cosche ma la componente più elevata della 'Ndrangheta nella figura di Giorgio De Stefano. Apparentemente questa vicenda nulla ha che fare con un processo come 'Gotha'. In realtà questa piccola vicenda è sintomatica di cose più significative". Nella seconda parte dell'udienza, il pm Stefano Musolino si è soffermato invece sulla vicenda della "Perla dello Stretto", il centro commerciale di Villa San Giovanni dove - ha spiegato il sostituto procuratore - "storicamente c'è il marchio dei De Stefano". Tra gli argomenti trattati c'è quello che la Procura definisce "un patto sinallagmatico in cui è coinvolto anche l'ingresso dell'imprenditore Giuseppe Chirico nella Perla dello Stretto. In questa dinamica - ha sottolineato il pm - in maniera eclatante la personalità mafiosa di Paolo Romeo si impone determinando un assoggettamento annichilente dei diritti dei soggetti che si erano interfacciati con lui".
Proprio l'avvocato Romeo, ex parlamentare del Psdi vicino alla destra eversiva e a strutture paramilitari come Gladio, ritenuto uno dei sette componenti della direzione strategica della 'Ndrangheta assieme a Giorgio De Stefano (in abbreviato condannato in appello a 15 anni e 4 mesi di carcere, dopo i 20 rimediati in primo grado), è il principale imputato di questo procedimento.
Sotto accusa anche l’ex senatore Antonio Caridi, l’avvocato Antonio Marra, l’ex sottosegretario regionale della Calabria Alberto Sarra, l’ex presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, l’ex magistrato Giuseppe Tuccio, accusati a vario titolo di gravissimi reati come associazione mafiosa, voto di scambio, violazione della legge Anselmi, corruzione, estorsione, truffa, falso ideologico e rivelazione di segreti d’ufficio.

Foto © Emanuele Di Stefano

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