Secondo il fratello del giudice Paolo "i boss devono collaborare altrimenti nessun sconto pena è giustificato"
"La nostra legislazione antimafia è la migliore e l'Europa avrebbe solo da imparare. I mafiosi hanno la possibilità di avere sconti di pena se veramente dimostrano di essere cambiati. Ed è possibile che accada, abbiamo l'esempio di Gaspare Mutolo che oggi è una persona che veramente si è redenta. Perché non lo possano fare gli altri? Se vogliono collaborano con la giustizia, altrimenti nessuno sconto di pena è giustificato". Ad affermarlo è Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo ucciso dalla mafia nella strage di via d'Amelio del 1992, commentando all'Adnkronos la decisione della Consulta sull'ergastolo ostativo per i condannati all'ergastolo per reati di mafia. La Consulta ha rilevato che la "disciplina ostativa, facendo della collaborazione l'unico modo per il condannato di recuperare la libertà, è in contrasto con gli articoli 3 e 27 della Costituzione e con l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo". Per il fondatore del Movimento delle Agende Rosse si tratta di "uno schiaffo a tutti quelli che hanno perso i loro cari nella lotta alla mafia o per mano di essa. Una decisione triste - dice - e che non fa altro che aumentare la rabbia che ho dentro e che in questi anni è cresciuta davanti a notizie di questo tipo". La Convenzione europea dei diritti dell'uomo? "Avrebbe un senso se parlassimo di uomini ma queste persone sono peggio delle bestie, hanno ucciso per il desiderio di potenza e per accumulare potenza - aggiunge Borsellino - Hanno dimostrato che anche dal carcere riescono a mantenere i contatti con l'esterno e il loro potere e quando escono hanno in più la 'medaglia' di essersi fatti anni di galera. Per loro dissociarsi dalla mafia è soltanto un espediente, un modo per ottenere qualcosa senza collaborare con la giustizia". "Nessuno - conclude - mi toglie dalla testa che si stanno pagando ancora cambiali contratte al tempo della trattativa. E il fatto che Matteo Messina Denaro sia ancora a piede libero rafforza questa mia idea: se non è stato ancora catturato è perché gode di protezioni all'interno dello Stato".
Foto © Paolo Bassani
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