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Il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia ha scortato il latitante ‘ndranghetista Marc Feren Claude Biart dall’aeroporto di Santo Domingo a Milano Malpensa, l’aereo è atterrato alle 10.20 di ieri mattina.
Le autorità italiane hanno subito preso in custodia il latitante una volta che ha toccato il suolo nazionale.
La cattura di Marc Feren Claude Biart, avvenuta il 24 marzo scorso nella città di Boca Chica a Santo Domingo, è stata conseguita nell’ambito di una più vasta operazione internazionale denominata progetto I - CAN (Interpol cooperation against 'Ndrangheta) promossa dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale, sotto la guida del prefetto Vittorio Rizzi in collaborazione con l’Interpol, la più grande agenzia di cooperazione multilaterale di polizia a cui aderiscono 194 paesi del mondo. Vi ha partecipato anche l'Esperto per la Sicurezza italiana stanziato nella capitale Domenicana.
Durante il suo soggiorno nel paese latino americano, Biart si faceva conoscere semplicemente come Marc. Il suo modus operandi era di non dare troppe confidenze ed essere molto accorto nelle frequentazioni, anche nei riguardi della comunità Italiana presente in nella località turistica. Sono state proprio tutte queste accortezze che gli hanno permesso di non farsi scoprire da chi lo cercava. L’unica cosa che si sapeva di lui è che aveva lasciato cinque anni fa Costa Rica per dirigersi nella Repubblica Domenicana.
La sua cattura è stata possibile anche grazie ad alcune suoi errori. Infatti a Boca Chica, Biart, aveva creato, insieme alla moglie un sito di cucina italiana su YouTube, dove venivano postati numerosi video di ricette in cui era presente un uomo, mai ripreso in volto.
La sua passione per la cucina italiana ha consentito agli investigatori di seguirne le tracce sul web e sui social. Inoltre nei video, per alcuni momenti sono visibili dei tatuaggi, i quali hanno permesso di riconoscere nel latitante quel cuoco inquadrato nei video ma sempre senza volto.
Su Biart inoltre, pendeva già un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel 2014 nell'ambito dell'Operazione "Mauser" eseguita dal Reparto Operativo Nucleo Investigativo dei carabinieri di Reggio Calabria, sotto l'egida della Dda reggina diretta dal procuratore Bombardieri.
Il reato a lui contestato in riferimento all’ordinanza del 2014 è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti in favore del clan Cacciola di Rosarno.
L’operazione di cattura ha dimostrato ancora una volta che la 'Ndrangheta non è una connotazione esclusiva dell’Italia o della Calabria ma che rappresenta una grave minaccia a livello internazionale.
Non è un caso che proprio oggi il vertice operativo di Interpol composto da Stephen Kavanagh, Executive Director Police Services di Interpol, che è il vice del Segretario Generale di Interpol Jurgen Stock, accompagnato da Cyril Gout (Director Operational Support and Analysis) e da Roraima Andriani (Director Global Outreach and Regional Support) per il Comitato direttivo di I CAN, arriverà in Italia per una visita formale.
Una delle loro tappe è in Calabria dove incontreranno, oltre a tutte le forze di polizia, il Procuratore Capo Giovanni Bombardieri e il Procuratore Nicola Gratteri, rispettivamente a capo delle Procure delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Reggio Calabria e Catanzaro.
Il Prefetto Rizzi ha il compito di guidare la delegazione e di offrire una panoramica di come - a livello di intelligence, operativo e giudiziario - l'Italia stia combattendo la ‘Ndrangheta, per mezzo di una strategia globale nata dall'esperienza di sangue e di attacco alle istituzioni e all'economia legale.

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