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Lo scenario politico italiano è "una sconfitta per la democrazia italiana" e "l'unica a trarne vantaggio sarà Giorgia Meloni, con il suo partito neofascista raccoglierà il malcontento che, inevitabilmente, crescerà". 
E' questa l'opinione dell'ex ministro delle Finanze della Grecia, Yanis Varoufakis (in foto), intervistato su 'La Stampa', commentando le vicissitudini politiche italiane più recenti. 
Favorevole al cambio della segreteria del Pd che vede ora Enrico Letta prendere il posto di Zingaretti ("L'ho conosciuto e mi piace molto, ma DiEM25 non ha intenzione di avere relazioni con il Pd che consideriamo uno dei principali responsabili dei mali dell'Italia") ha detto nuovamente la sua sulla nascita del nuovo Governo con il neo Presidente del Consiglio Mario Draghi. "Su Draghi penso ci sia un tema politico importante - ha osservato - la sua nomina non è frutto di un'elezione, è stato scelto a porte chiuse da leader politici che si sono accordati senza tenere conto dei rispettivi programmi con cui si erano presentati al popolo italiano". 
Nell'intervista è anche tornato a criticare la "decisione del governo Draghi di ingaggiare McKinsey" e ha ribadito - dopo averlo fatto sui social - di ritenerlo "un insulto al popolo italiano. La vostra democrazia non ha bisogno di una società di consulenza per distribuire i fondi comunitari. Quella sulla mafia era una battuta, ma appropriata: dopo McKinsey cosa ci aspetta? Draghi poteva fare peggio solo chiamando la mafia nella riorganizzazione del ministero della Giustizia. Questo ho scritto e questo ripeto". Parla di un'Europa che dopo la pandemia sarà "molto, molto più debole e di un Recovery fund insufficiente che nella migliore delle ipotesi, coprirà solo un ottavo del necessario nei prossimi anni. E' troppo poco e i fondi arriveranno troppo tardi. Il rischio per la zona euro è di sprecare un altro anno". Per l'Italia il Recovery è "una goccia nel mare, macro-economicamente irrilevante". "La Bce dovrebbe erogare Eurobond per 'europeizzare' il debito pubblico - ha infine concluso - poi ci dovrebbero essere accrediti diretti nei conti bancari delle famiglie, come hanno già fatto sia Trump che Biden. In terzo luogo, l'Europa dovrebbe investire, a livello centrale, in una rete per l'energia verde dell'ordine del 5% del Pil europeo".

Foto © Imagoeconomica

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