Era inserito nella lista dei latitanti più pericolosi
Il latitante di San Luca, Giuseppe Romeo, è stato arrestato ieri sera a Barcellona alle 19.30 nell’ambito di una vasta inchiesta internazionale denominata “European 'Ndrangheta Connection”, promossa dall’Italia nell’ambito del più ampio progetto I-Can (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) insieme al Segretariato Generale dell’OIPC-Interpol di Lione. L’ordine di cattura è stato eseguito dall’Equipo Operativo della Guardia Civil spagnola in concerto con un Mandato di Arresto Europeo emesso nel mese di novembre 2018 dal G.I.P. di Reggio Calabria su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia diretta dal Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri. Decisivo è stato anche il contributo dato dalla Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria e dallo S.C.O, coordinati dal Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo e dai Sostituti Procuratori Simona Ferraiuolo e Alessandro Moffa, i quali hanno fornito ai colleghi spagnoli elementi significativi sulla presenza nella penisola iberica del latitante Romeo.
La fine della sua fuga rappresenta un punto cruciale nella lotta al contrasto internazionale di sostanze stupefacenti, ma non è stato facile catturare il latitante di San Luca. Infatti era già riuscito a sottrarsi all’arresto - sempre nell’ambito dell’operazione “European ‘Ndrangheta Connection” - il 5 dicembre 2018 che avrebbe dovuto essere eseguito da una Squadra Investigativa composta da diverse Forze di Polizia italiane ed europee, tra cui il BKA tedesco, la FIOD olandese e la Polizia Belga, sotto l’egida della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, della Procura di Duisburg, dell’Autorità Giudiziaria Olandese, di Eurojust e di Europo.
Ancora una volta un'inchiesta internazionale sulla ‘Ndrangheta ha dimostrato come essa sia un fenomeno internazionale e che è necessaria la cooperazione da parte di tutti gli stati dell’Unione per riuscire a combatterla in maniera efficace.
Promotore, organizzatore e finanziatore dei traffici di cocaina in Europa
Latitante dai molteplici nomi e dalle molteplici funzioni, Romeo, 35 anni, conosciuto con i soprannomi di “u pacciu”, “maluferru” o “u nanu”, era già stato colpito da due ordinanze di custodia cautelare il 13 novembre 2020 e in seguito condannato dal G.U.P. di Reggio Calabria a 20 anni di reclusione per associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico internazionale, detenzione di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori ed auto-riciclaggio.
Il suo ruolo - identificato con l’operazione European ‘Ndrangheta Connection, - all’interno della consorteria criminale calabrese “Pelle - CostaDura - Romeo” era quello di promotore, organizzatore e finanziatore di traffici illeciti di cocaina in tutta Europa. Infatti al fine di riuscire a stringere accordi per la fornitura della droga aveva stabilito la sua dimora in Germania da cui si spostava verso la Calabria, la Lombardia e alcuni paesi dell’Europa nord-occidentale. Inoltre nei suoi spostamenti intratteneva rapporti anche con certi intermediari residenti in Belgio, Olanda e nella stessa Germania, i quali provvedevano al trasporto di 40 kg di cocaina a settimana dall’Olanda a Milano con l’aiuto di altri solidali Calabresi, molti dei quali già condannati in primo grado a parecchi anni di reclusione.
Giuseppe Romeo oltretutto venne già condannato in primo grado anche per auto riciclaggio e rimpiego di proventi illeciti nel suo esercizio commerciale tedesco, il bar-gelateria “Cafè La Piazza” di Bruggen in Germania le cui quote sarebbero poi state cedute ad alcuni soggetti indagati sempre nell’operazione European 'Ndrangheta Connection.