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"Nel nome di mio figlio": l'opera militante del Movimento a "Desayunos informales"

Sonia Bongiovanni: "Invitiamo a riflettere sul vero potere che si cela dietro le ingiustizie"

"È uno spettacolo che parla di una lotta sociale. Vogliamo parlare principalmente ai giovani, attraverso il teatro, la danza, la musica, dare un messaggio come Our Voice alla società. Una denuncia sociale e politica. Uno spettacolo per dimostrare che lo Stato è corrotto, legato alle mafie internazionali. Vogliamo puntare sulla denuncia, che vada oltre la sola politica. Sappiamo che destra e sinistra stanno facendo sempre gli stessi errori in Uruguay e in America Latina. Puntiamo ad una denuncia che vada nel profondo, perché la denuncia mira al sistema economico. Invitiamo a riflettere su chi ha veramente il potere causa delle ingiustizie sociali e delle violenze che vediamo nel mondo". Con l'eloquenza e la convinzione che può esprimere una direttrice teatrale impegnata nelle cause sociali e nei valori della giustizia, e dell’amore alla vita e alla madre terra, Sonia Bongiovanni ha risposto a tutte le domande della giornalista Camila Rajchman, conduttrice del programma mattutino "Desayunos Informales" di Canal 12 (Teledoce), di Uruguay. Lo staff televisivo si è presentato nella platea del Teatro Stella di Montevideo, ha filmato le prove dello spettacolo "Nel nome di mio figlio", ha strappato per un attimo dallo scenario Sonia Bongiovanni (che dalla mattina presto era sul palcoscenico a dirigere il cast di attori insieme all'attore uruguaiano Diego Grachot), e finalmente, nell’atmosfera esclusiva dell’arte teatrale (nella storica sala del teatro), hanno intervistato quella che possiamo descrivere come una combattente sociale e un’artista per eccellenza. Oggi, con i suoi 19 anni, l'attivista italiana, è apparsa davanti alle telecamere come una giovane dal profilo artistico fortificato nelle idee di giustizia che in breve tempo le hanno permesso di sviluppare la capacità di trasmettere non solo ai suoi compagni, ma fondamentalmente alla società e al giornalismo (che la cerca, come in questo caso), la vera ragione di essere del Movimiento Our Voice, che ha fondato nella sua terra nativa, quando aveva soltanto 13 anni.


bongiovanni sonia intervista canal 12 c leandro gomez

Da quei giorni di un'adolescenza segnata dalla sua precoce sete di giustizia, ispirata nella lotta contro la mafia, il cancro del suo paese, fino ad oggi, diventata ormai una giovane con un’energia ammirevole, il suo lavoro di direttrice teatrale e di attrice si fonde perfettamente con il suo talento di comunicatrice. E le sue parole sono precise: per fare denuncia, per coinvolgere i giovani, e specialmente dare speranze ai giovani che la ascoltano ogni volta che il giornalismo radiotelevisivo incrocia il suo cammino; ma soprattutto per guidare i giovani artisti insieme a lei. Giovani d’Italia, Argentina, Uruguay, Paraguay e Cile. Giovani come lei stanchi di un mondo dominato dalla criminalità organizzata, dalle dittature militari, gli autoritarismi, la corruzione all’interno dello Stato, il maschilismo criminale, la corruzione nel sistema politico e l’impunità di cui godono tutti quelli che hanno violato (e violano ancora oggi), i diritti umani, spezzando diritti e libertà, e vite: di uomini e donne, di giornalisti (come Pablo Medina del Paraguay o Josè Luis Cabezas dell'Argentina), di contadini, delle comunità indigene, di giovani come Facundo Castro e Santiago Maldonado, e attivisti come Marielle Franco e Berta Càceres, in Argentina, Brasile e Honduras. Sonia Bongiovanni ha colto l’occasione per dare precise risposte ad un'udienza di giovani, e non tanto giovani. Dall’intervista si evince che solo le nuove generazioni sono le veri artefici e protagoniste dei cambiamenti che si avvicinano, guardando verso il futuro, e raddoppiando sempre gli sforzi e braccia per infondere speranza a chi soffre persecuzioni, maltrattamenti, discriminazioni ed altre forme di soprusi. Nell'intervista è stato dato un messaggio chiaro affinché coloro che si identifichino nella lotta del Movimento, si avvicinino o, comunque, se non di farne parte, sentano comunque la necessità di condividere questo tempo di resistenza, onestamente e senza ipocrisia. Con voce energica e con fermezza, come se si trattasse di una veterana della comunicazione e dell'azione, ha trasmesso pubblicamente le sue idee - che in definitiva sono le idee di tutti i giovani che la seguono nel cammino dell’arte nelle sue differenti espressioni - denunciando il sistema mafioso del suo paese (che si estende in tutto il mondo), e la 'Ndrangheta, braccio mafioso leader del narcotraffico internazionale, che opera anche in Uruguay. Ha parlato davanti alla telecamera, di fronte ad un'udienza molto numerosa, senza paure, né mezze parole. Con lo stesso coraggio che la caratterizzò quando in una recente opera teatrale in Sicilia, affrontò, dallo scenario, uno dei capi dell'organizzazione mafiosa Cosa Nostra - una delle più feroci e più antiche dell'isola - di nome Matteo Messina Denaro, oggi latitante della giustizia italiana. A viva voce, gli chiese senza mezzi termini di consegnarsi alle autorità. Un appello lanciato ad un mafioso, niente di più e niente di meno che a casa sua: la città di Castelvetrano.


bongiovanni sonia intervista canal 12 c leandro gomez 2


Sonia Bongiovanni (che ha dato i suoi primi passi infantili anche nelle strade di Montevideo, e quindi il suo cuore è anche uruguaiano) sa perfettamente, che il prossimo venerdì, il Teatro Stella D'Italia non è lo scenario della città di Castelvetrano, dove coraggiosamente puntò il dito contro lo storico capo mafioso di Cosa Nostra che, come dicevamo, vive nell’ombra, ma sa anche, e ne è molto cosciente, che salendo ancora una volta su un palcoscenico uruguaiano, ha l’obbligo etico - come attrice e come attivista sociale - di essere sincera nella sua arte, e fondamentalmente essere onesta e coerente con la platea e con sé stessa, immedesimandosi nel messaggio che trasmette la rappresentazione drammatica di un testo, toccante, riflessivo, incisivo e attuale, come lo è "Nel nome di mio figlio". Sonia Bongiovanni ha parlato in diretta al popolo dell'Uruguay di oggi, attraverso un noto canale della capitale. Ha parlato della denuncia di un'opera teatrale di puro compromesso sociale, elaborata insieme ai suoi compagni, ed in ogni minuto del suo intervento ha sottolineato l’essenza e i valori di Our Voice (che vuole dire la Nostra Voce), dicendo con serenità e maturità militante, che i 20 attori sullo scenario saranno la voce di tutti i giovani di questo tempo. Tempo di resistenza e di rivoluzione.

Foto © Leandro Gòmez

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