Tanto entusiasmante quanto sconvolgente, "Quarant’anni di mafia - Storia di una guerra infinita" è un dettagliato resoconto del fenomeno culturale che ha segnato l’identità italiana.
Io sono Alessandro, un giovane studente di ingegneria e patologico biblionauta. Durante una delle troppe peregrinazioni, m'imbatto in questo scritto e, subito, nasce l’esigenza di porre su carta le riflessioni, i collegamenti e le novità che possono emergere solo da un libro davvero stimolante.
Il frutto dell’iniziativa matura fra le righe del foglio digitale che vi è di fronte: una serie di brevi sintesi di ogni capitolo. Spero che lo sforzo possa essere gradito e, soprattutto, utile. Mi preme infine sottolineare che nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza il contributo dello stesso Saverio Lodato: grazie!
Capitolo I
Poliziotto americano dove vai?
La prima commissione antimafia nasce negli anni '60, mutuata da reparti di controllo terroristico: Carlo Alberto dalla Chiesa esprime sin da subito forti dubbi sulla qualità del relativo operato; Falcone, durante un convegno del 1988 a Palermo, afferma: “Nell’immediato dopoguerra e fino ai tragici fatti di sangue della prima guerra di mafia degli anni ’62-’63, gli organismi responsabili ed i mezzi d’informazione sembrano fare a gara per minimizzare il fenomeno mafioso”.
Significative in questo senso, sono le vicende legate a Leonardo Vitale, pentito, la validità delle cui fondamentali dichiarazioni è screditata sulla base di presunta infermità mentale e Natale Gaggioli, fotografo siciliano che ritrae delitti di mafia: soggetti dall’alto valore artistico ma, soprattutto, monetario.
Quali sono dunque le ragioni che inducono, tanto sul piano istituzionale che quello popolare, a promuovere un atteggiamento di fatale indifferenza? Contribuisce certamente il legame del fenomeno, tramite miti e leggende, alla tradizione folkloristica e dunque come pertinente ad una dimensione quasi fantastica; non meno importante si rivela però essere il contesto storico: conclusa la terribile esperienza della Seconda Guerra Mondiale, l’Italia si colloca adesso nel mezzo del fronte di un potenziale conflitto nucleare.
All’interno del quadro generale finora delineato, gli anni '70 sono un periodo di svolta per la caratterizzazione della mafia nel senso odierno: le vestigia risorgimentali delle realtà agricole, già riconfigurate all’epoca del contrabbando di tabacchi, assumono ora un ruolo cruciale nella generazione di nuovi canali per la distribuzione di eroina; nei titoli dei giornali iniziano ad affollarsi i nomi delle prime vittime eccellenti:
Mauro De Mauro, 1970, giornalista dell’«Ora»
Pietro Scaglione, 1971, procuratore capo di Palermo
Giuseppe Russo, 1977, ufficiale dei carabinieri
Mario Francese, 1978, giornalista del «Giornale di Sicilia»
Michele Reina, 1978, segretario DC Palermo
Dopo Reina, due sono le figure centrali, loro malgrado protagoniste di un processo di riformazione sanguinario: Boris Giuliano e Cesare Terranova.
Boris Giuliano è un poliziotto: considerato all’estero uno dei più bravi in Italia, capo della Squadra Mobile di Palermo, sarà il primo a svolgere attività investigative anche sul piano dell’alta finanza. Egli istituisce un asse di collaborazione con gli Stati Uniti teso a rivelare le dinamiche del traffico di droga internazionale, il cui punto nevralgico, in termini di lavorazione e scambio, si sospetta essere la Sicilia corleonese (in radicale opposizione rispetto alla vecchia classe mafiosa, legata ad un antico codice di valori e ad una rigida struttura piramidale), capeggiata da Luciano Liggio. Sarà freddamente assassinato nel 1979.
Cesare Terranova è invece un giudice. Entrato in magistratura nell’immediato dopoguerra, la sua intera biografia è costellata di grandi inchieste e processi alle vecchie cosche mafiose ed è l’unico disposto ad affrontare Liggio apertamente, con successo. Un passato cristallino, una conoscenza approfondita dell’ambiente ed orizzonti ampliati dall’esperienza parlamentare, lo rendono un avversario temibile: sarà anch’egli assassinato pochi mesi dopo Giuliano.
Vorrei infine concludere questa prima, breve panoramica indirizzando, chiunque sia interessato, al testo originale, così da poter approfondire le svariate e complicate tematiche esaustivamente illustrate dall’autore.
Tratto da: 19luglio1992.com
Rielaborazione grafica by Paolo Bassani