Insorgono gli industriali delle “Nevi” e i golosi di miliardi: Draghi cosa farà?
Ad appena due giorni dal Consiglio dei ministri, in cui il Neopresidente del Consiglio Mario Draghi aveva chiesto ai partiti “la massima collaborazione” e coesione perché “i bisogni dell’Italia vengono prima di interessi di parte”, sono già nati i primi attriti intestini della nuova squadra di Governo.
Se un tempo era il Mes o i golosi 209 miliardi del Recovery Fund a far tremare gli equilibri politici, ora dentro Palazzo Chigi in bilico c'è ben altro. Euro sì o euro no? Governo europeista o "Made in Italy"? E il ponte sullo Stretto? Ma soprattutto: impianti sciistici aperti o chiusi?
Questi sono i temi di discussione che nelle ultime ore sono al centro del dibattito politico. Domande Shakespeariane. Drammi e dilemmi che ricordano l'"Amleto" del drammaturgo e poeta inglese.
E pensare che solo una decina di giorni fa, l'allora Presidente incaricato Draghi si dichiarava fiducioso che "dal confronto con i partiti ed i gruppi parlamentari e dal dialogo con le forze sociali emerga unità". Era il giorno in cui, dal Quirinale, ha risposto positivamente accettando l'incarico conferitogli dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Ma "bando" agli umori.
Ieri il Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha polemizzato contro la decisione di fermare gli impianti sciistici. Una decisione, secondo lui, che ha arrecato "un danno per una scelta del governo. E i danni vanno indennizzati". L'ha definita una scelta autonoma del dicastero della Salute (nonostante il provvedimento sia stato sottoposto al presidente del Consiglio). Scaricando così sul Ministro della Salute la responsabilità di aver deciso la proroga fino al 5 marzo dello stop agli impianti da sci. "Niente polemiche - ha replicato Speranza -, la difesa del diritto alla salute viene prima di tutto". Ma è evidente che questo tema è una potenziale mina vagante nei gangli del Governo.
Anche Matteo Salvini si è unito al coro delle polemiche. Intervistato oggi a "L'aria che tira" su La7, ha risposto ad una domanda di Myrta Merlino circa l'irreversibilità dell'euro dicendo: “Di irreversibile c’è solo la morte”. E, tra un tentativo di dimostrare che "stranamente" lavora ("Sono nel mio ufficio immerso nei documenti da tempo") ed uno che si preoccupa delle crisi aziendali ("Ieri sono stato un'ora in ufficio con il Ministro dello sviluppo economico visto che ci sono più di 100 crisi aziendali lasciate aperte sul tavolo [...] che vediamo di prenderle in mano una per una"), ha aggiunto un'altra mina vagante sull'agenda politica: il ponte sullo Stretto, progetto notoriamente ambito dalle mafie. “Mi auguro che Draghi lo rilanci - ha risposto alla Merlino -. C’è un progetto di fattibilità sul ponte dello Stretto con l’acciaio prodotto a Taranto, sarebbero circa 100mila posti di lavoro".
Ma le critiche sono arrivate anche da una certa sinistra (Pd) e da una un po' destrorsa (Italia Viva). Insomma, Draghi non ha avuto neanche il tempo di sedersi sulla poltrona del potere di Palazzo Chigi che già sono iniziate le prime scaramucce di politici, tecnici e "pargoletti" dei 209 miliardi: la vera e indiscutibile "casus belli" che ha dato vita al più grande Governo di larghe intese mai esistito dalla Costituente. Ed è sempre più chiaro come gli equilibri al suo interno siano soggetti ad una febbrile schizofrenia.
Foto © Imagoeconomica
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