Le parole dell’ormai ex 5Stelle sulla squadra di governo di Mario Draghi: “Sembra di esser tornati indietro di 12 anni"
"Tra poche ore giurerà al Quirinale il governo Draghi. Ne faranno parte, tra gli altri, anche i deputati Brunetta, Carfagna e Gelmini. I tre erano ministri nell'ultimo governo Berlusconi, un governo che ricordiamo soprattutto per le leggi ad-personam, ovvero il tentativo (in parte riuscito) di 'deviare' le Istituzioni per metterle al servizio di un leader politico". A scriverlo su Facebook è Alessandro Di Battista, uscito ieri dal M5S dopo il sì al governo Draghi degli iscritti al Movimento. "Nel 2008 i tre approvarono in Consiglio dei ministri il Lodo Alfano, un disegno di legge che poi venne votato dal Parlamento. Il Lodo Alfano serviva a creare un vero e proprio scudo penale per le quattro più alte cariche dello Stato. Un provvedimento che, in sostanza, violava il principio d'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Chiaramente venne licenziato per salvare Berlusconi dai processi", spiega Di Battista. "Ebbene io trovo immorale che politici che hanno speso tempo (e dunque denaro pubblico) non per occuparsi del Paese ma per risolvere le grane giudiziarie del loro leader, possano avere ancora ruoli così apicali".
"Sia chiaro - prosegue - tutti possono sbagliare. Tuttavia i tre non hanno mai chiesto scusa per quelle ignobili leggi (tra l'altro il Lodo Alfano venne bocciato dalla Corte Costituzionale) né preso mai le distanze dal loro partito e dai fondatori, e questo nonostante indagini gravissime (molte delle quali legate alla mafia) e sentenze definitive", scrive ancora Di Battista. "Lo so, parlare di Lodo Alfano, di Legittimo impedimento, di Mozione Ruby negli ultimi tempi sembrava anacronistico. Negli ultimi tempi però. Ieri è cambiato tutto. Giorni fa parlai di 'restaurazione'. Oggi mi sembra di esser tornati indietro di 12 anni. I 'giornaloni', che fino a 24 ore fa esultavano per il Governo dei Migliori, oggi hanno cambiato linea. Ora provano a spingere il concetto del 'Povero Draghi, costretto a piegarsi alle richieste dei partiti e delle loro correnti'. Non funziona così!", sottolinea ancora.
"Il Presidente del Consiglio è responsabile della scelta dei suoi ministri. Con questi nomi perde la santità e torna ad essere un semplice beato. Quando la pubblica opinione conoscerà più nel dettaglio le scelte politiche prese da Draghi da Direttore del Tesoro, da Governatore di Bankitalia e da Presidente della BCE, magari, verrà trattato da comune mortale”, aggiunge l’ormai ex 5Stelle. “Con i suoi pregi e con i suoi difetti. Un uomo che ha preso delle decisioni. A volte sensate ma molto spesso scellerate e soprattutto nefaste per il pubblico interesse. Tempo al tempo”, conclude.
Foto © Imagoeconomica
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