Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Il provvedimento era stato emesso su richiesta del procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli e dei sostituti Antonino Nastasi e Fabio Di Vizio

La terza sezione penale della Corte d'Appello di Firenze ha respinto la richiesta del commercialista Ignazio Ferrante e di altri ricorrenti circa i beni oggetto di confisca nell'ambito di indagini sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta in Toscana, confermando quanto già disposto dal Tribunale di Firenze con ordinanza del 12 giugno 2019. A notificarlo è la Guardia di Finanza di Pistoia. L'ordinanza emessa dalla Corte d'Appello concerne i beni sottoposti a sequestro e contestuale confisca nell'ottobre del 2017 da militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Pistoia nel corso dell'operazione di servizio denominata "Octopus" in cui furono sottratti alla diretta e/o indiretta disponibilità di Ferrante 10 fabbricati, 6 complessi aziendali, 83 effetti cambiari e un conto corrente per un valore complessivo di 1.894.078.00 euro. Le indagini patrimoniali, svolte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Pistoia sotto la direzione della Procura di Firenze, diretta da Giuseppe Creazzo, erano nate dalla condanna definitiva per associazione di tipo mafioso del commercialista e dagli esiti delle indagini penali condotte dalla Procura della Repubblica di Pistoia, nei confronti di Ignazio Ferrante (destinatario della misura di prevenzione), nonché di altre decine di soggetti, indagati per i reati di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, riciclaggio, intestazione fittizia di beni e truffe. Il provvedimento emesso a suo tempo dal Tribunale di Firenze su richiesta del procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dei sostituti procuratori Antonino Nastasi e Fabio Di Vizio della Procura di Firenze, fu eseguito nei confronti di Ignazio Ferrante, 53 anni, commercialista, considerato vicino a cosche di 'Ndrangheta calabresi. Lo stesso Ferrante era ritenuto a capo di un sodalizio criminale, operante a Pistoia, dedito al riciclaggio di denaro sporco proveniente da attività illecite connesse ad usura, bancarotta fraudolenta, esercizio abusivo del credito nonché reati contro il patrimonio. Le indagini hanno fatto emergere una fitta rete di attività commerciali, beni mobili ed immobili, ubicati nelle province di Pistoia e Firenze, intestati a soggetti terzi prestanome. Questo complesso patrimoniale non ha poi trovato adeguata giustificazione nei redditi ufficialmente percepiti, né da parte di Ferrante né da parte dei soggetti intestatari. Le attività di riscontro complessivamente eseguite, si legge nell’ordinanza, permisero di rilevare elementi di specifico rilievo nell’ambito di applicazione della normativa di cui al D.Lgs. 159/2011. In particolare, l’attività svolta fece emergere una fitta rete di attività commerciali, beni mobili ed immobili, ubicati nelle province di Pistoia e Firenze, intestati a soggetti terzi prestanome. Tale complesso patrimoniale non ha poi trovato adeguata giustificazione nei redditi ufficialmente percepiti, né da parte del Ferrante né da parte dei soggetti intestatari. L’attività svolta s’inquadra in una più ampia strategia che, basata sul coordinamento dell’Ufficio per le misure di prevenzione e per il contrasto ai patrimoni illeciti della procura di Firenze, permette di contrastare a 360° l’evasione fiscale ed il conseguente illecito arricchimento anche attraverso l’applicazione della normativa antimafia. 

In foto: Tribunale di Firenze © Imagoeconomica

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos