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Dalle consultazioni, che non inizieranno prima di mercoledì, all'ipotesi di elezioni anticipate, ecco cosa potrebbe succedere

A nemmeno una settimana dall’ottenimento della fiducia in Camera e in Senato, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte salirà oggi al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni. Alle 9 è arrivato a Palazzo Chigi per un passaggio in Consiglio dei ministri e poi si recherà al Colle per rimettere l’incarico nelle mani di Sergio Mattarella. La maggioranza non è riuscita a ricucire lo strappo voluto da Matteo Renzi e l’appello ai responsabili fatto in Parlamento dal premier, qualche giorno fa, non ha portato ai risultati sperati. A far precipitare la situazione è stato il voto sulla relazione del ministro della Giustizia in programma per giovedì prossimo: se sulla fiducia l’esecutivo giallorosso poteva contare almeno sulla maggioranza relativa, sull’operato di Alfonso Bonafede molto probabilmente non avrebbe avuto i numeri sufficienti. Da lì la decisione del premier di dimettersi per permettere la nascita di un Conte ter. Prima però, dovrà passare dalle consultazioni e dimostrare che i cosiddetti responsabili sono pronti a farsi avanti.
Oggi il presidente del Consiglio, al termine del consiglio dei ministri, salirà al Colle e ufficializzerà il suo passo indietro. A quel punto il capo dello Stato, preso atto delle sue dimissioni, deciderà se affidare il mandato esplorativo a una figura istituzionale che capisca se ci sono i numeri sufficienti per un nuovo governo Conte o affidare direttamente il mandato al premier uscente. Secondo le ultime indiscrezioni, Mattarella dovrebbe optare per la prima opzione. I primi incontri, anche per permettere le celebrazioni della giornata della Memoria il 27 gennaio, dovrebbero iniziare nel pomeriggio di mercoledì.


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Giornalisti, operatori, fotografi media in attesa dell'arrivo di Giuseppe Conte al Quirinale per le dimissioni


Di fronte alla drammatica situazione che vive il Paese a causa della pandemia e alla necessità di trovare i rimedi più adeguati per farvi fronte sul piano sanitario, economico e sociale, fare presto sarà l’imperativo che orienterà l’azione del presidente della Repubblica e che ribadirà nelle consultazioni, che saranno approfondite ma rapide. Inutile quindi ipotizzare in questa fase quali potrebbero essere per Mattarella gli sbocchi della crisi. Se risultasse impossibile la permanenza a palazzo Chigi di Conte, è chiaro che si aprirebbero gli altri scenari: dal cambio di premier esterno all’attuale coalizione; alla creazione di un governo sostenuto dalla cosiddetta ‘maggioranza Ursula; ad un esecutivo di larghe intese o di unità nazionale. Tutte ipotesi che naturalmente restano tali fin quando il Capo dello Stato non sarà in possesso di ogni elemento che gli consenta di capire se esistano gli spazi per risolvere la crisi o se invece lo scioglimento anticipato delle Camere e le elezioni risultino inevitabili.

Foto © Imagoeconomica

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