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''Nessuno ha raccontato mio padre nella sua profonda essenza''

Il secondogenito del fondatore di San Patrignano intervistato da Libero

“Nessuno ha raccontato mio padre nella sua anima, nella sua profonda essenza, buona e generosa. Nessuno degli autori, benché sollecitati da mio fratello Andrea, è andato a raccogliere quelle informazioni che avrebbero tracciato un profilo veritiero”. A parlare è Giacomo Muccioli, secondogenito di Vincenzo Muccioli, intervistato ieri da "Libero" sulle polemiche che ancora proseguono su “SanPa; luci e tenebre di San Patrignano”, la serie tv su San Patrignano prodotta da Netflix.
Giacomo Muccioli, che oggi fa il veterinario, ha vissuto e prestato servizio alla comunità per tantissimi anni. E rispondendo alle domande di Giovanni Terzi ha spiegato il suo punto di vista sulla serie-documentario: "Estrapolare dei fatti senza raccontare il periodo storico, ma soprattutto senza conoscere l’animo di mio padre, è un esercizio di stile che trasforma le velleità di un documentario in una fiction".
Se da una parte Muccioli jr non ha nulla da ridire sui fatti storici narrati, dall'altra ha voluto rimarcare come non si sia mai parlato di “Walter Delogu, l’unica persona che è stata condannata in via definitiva per estorsione e che a vita dovrebbe risarcire economicamente ogni mese la comunità. Delogu è colui che ha puntato una pistola alla testa di mia madre chiedendole 150 milioni di lire”.
Una mancanza importante, secondo il figlio di Vincenzo, perché, se un documentario deve essere storico “deve descrivere anche chi sono le voci narranti, per permettere allo spettatore di dimensionare la portata di quella testimonianza. Nella fiction invece hanno solo raccontato due episodi dei tantissimi accaduti, senza spiegare nemmeno la personalità del mio papà”.
Successivamente, nel proseguo dell'intervista, ha anche descritto il padre come un uomo capace di pensare in grande, come un visionario, cattolico e credente, nonostante desiderasse un luogo laico dove accogliere i tossicodipendenti. "Papà aveva nel portare a casa i senzatetto e gli indigenti, gli ultimi della società - ha spiegato - Aveva quindici anni e se nel tragitto tra scuola e casa trovava uno che, a parer suo, aveva bisogno d’aiuto, lo portava a casa dai suoi genitori per aiutarlo. Questo è importante per capire come il progetto di San Patrignano non sia nato dal nulla, ma aveva la sua genesi profonda nell’anima buona di mio papà”.

Foto © Imagoeconomica

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