I giudici gli avevano concesso i domiciliari per rischio contagio e mancanza di esigenze cautelari eccezionali
Da sabato il boss dell'Uditore Pino Sansone è di nuovo dietro le sbarre del carcere dopo aver trascorso un periodo a casa per il Covid. La ragione del trasferimento in cella è dovuta al fatto che Sansone avrebbe violato il divieto di comunicare con l’esterno e di incontrare altre persone. Il giudice per l’udienza preliminare Elisabetta Stampacchia che lo sta processando assieme ad altri imputati ha accolto la richiesta di aggravamento della misura cautelare avanzata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dal sostituto Amelia Luise.
Il nome di Sansone nei mesi scorsi fu legato allo scandalo scarcerazioni dovute all'emergenza sanitaria. La Cassazione aveva però confermato che Sansone, accusato di fare parte della famiglia mafiosa dell’Uditore, doveva restare ai domiciliari per rischi di contagio e mancanza di esigenze cautelari eccezionali.
Corretta fu la decisione del Tribunale del Riesame di Palermo che accolse l’istanza degli avvocati Giovanni Rizzuti e Marco Giunta.
Il giudice per le indagini preliminari aveva respinto la prima istanza della difesa. I pm si erano opposti alla concessione degli domiciliari, ma il Riesame aveva deciso in maniera diversa.
Sansone, che ha già scontato una condanna per mafia, costruttore di una famiglia legata a Totò Riina, è stato arrestato di nuovo nel luglio 2019. Era detenuto nel carcere di Voghera, in provincia di Pavia, dove c’era stato un decesso per Coronavirus.
Sansone, oggi settantenne, soffre di gravi patologie che, in caso di contagio, avrebbero potuto essere letali. Il Riesame aveva però aggiunto che “la condotta contestata è di mera partecipazione all’associazione mafiosa, quale membro della famiglia dell’Uditore, senza l’assunzione di alcun ruolo apicale o gerarchicamente sovraordinato all’interno del sodalizio mafioso”.
Da qui la “ridotta pericolosità sociale” e “l’insussistenza di esigenze cautelari di eccezionale rilevanza”. Ora però il boss è tornato in cella per i suoi sospetti contatti con l'esterno.
Fonte: livesicilia.it
Foto © Imagoeconomica
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