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La Procura generale chiede acquisizione sentenza Cavallini

Davanti al Gup di Bologna Alberto Gamberini si è celebrata ieri, ed è stata subito rinviata al primo febbraio, l'udienza preliminare del nuovo filone dei processi sulla Strage del 2 agosto 1980.
Imputati, con richiesta di rinvio a giudizio, sono Paolo Bellini, ex Avanguardia nazionale, ritenuto un esecutore della Strage, in concorso con i Nar condannati e con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti e ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori dell'attentato.
Richiesta di giudizio anche per l'ex generale del Sisde Quintino Spella e l'ex carabiniere Piergiorgio Segatel, per depistaggio, e Domenico Catracchia, amministratore di condominio di immobili in via Gradoli a Roma per false informazioni al pm al fine di sviare le indagini.
Se lo scorso 27 novembre si erano costituite le parti civili (i familiari delle vittime, la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Bologna e l'Avvocatura dello Stato) ieri sono stati presentati nuovi atti dalla Procura generale tra cui le motivazioni della sentenza che ha portato all'ergastolo dell'ex Nar Gilberto Cavallini, la richiesta di misura cautelare nei confronti di Bellini e il provvedimento di rigetto del Gip Francesca Zavaglia, documenti depositati di recente, per i quali sono stati chiesti dalle parti i termini a difesa.
Anche i legali di parte civile Andrea Speranzoni, Roberto Nasci e Lisa Baravelli hanno depositato una memoria in cui toccano vari aspetti delle indagini su Bellini, come il suo alibi per la mattina del 2 agosto, definito "falso e precostituito", il suo inserimento nel gruppo neofascista Avanguardia nazionale e i rapporti tra questa organizzazione e i Nar, la sua "presenza nell'agenda di Cavallini" e la questione relativa al 'documento-BOLOGNA' del capo della P2 Licio Gelli, morto nel 2015.
Nello specifico per i legali il giorno dell'attentato Bellini "predispose e orchestrò un falso alibi a sostegno della propria linea difensiva di estraneità alla Strage, e fu spalleggiato dal suo clan familiare in cui spicca la figura del padre, Aldo Bellini (legato all'allora Procuratore di Bologna Ugo Sisti) nella condotta di sviamento delle indagini". Inoltre, come riportato da alcune agenzie che fanno riferimento alla memoria, il quadro probatorio acquisito nell'indagine, per gli avvocati, "colloca Paolo Bellini all'interno della realtà eversiva neofascista di Avanguardia Nazionale, realtà che numerosissimi dati dichiarativi emersi nel corso di svariati processi in materia di eversione collocano come integrata e in rapporti con uomini e strutture dei servizi di sicurezza (in modo particolare del Ministero dell'Interno)".
"Il collegamento con Gilberto Cavallini - aggiungono difensori di parte civile - conduce dunque al contesto ordinovista veneto e al legame coi Nar". In realtà nell'agenda di Cavallini associato a Bellini compare il nome "Giorgio", una "discrepanza solo apparente" per i legali, visto che si tratta di un "soprannome", una copertura, che veniva utilizzato anche da altri militanti dell'estrema destra dell'epoca.
Inoltre l'avvocata del 91enne Spella, Luisa Granata, ha presentato un certificato medico che attesta le gravi condizioni di salute del suo assistito, chiedendo il legittimo impedimento. Il giudice ha dunque disposto il rinvio al primo febbraio per decidere, eventualmente, di stralciare la posizione di Spella nel caso le sue condizioni di salute non migliorassero.

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