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Archiviate le posizioni di Genovese e Condipodero

Altri sei mesi di indagine per "l'individuazione di possibili ulteriori mandanti dell'omicidio" sull'omicidio del giornalista Beppe Alfano, ucciso da Cosa nostra barcellonese l’8 febbraio del 1993.
E' questa la decisione del gip di Messina Valeria Curatolo che ha depositato l'ordinanza con cui ha rigettato la richiesta di archiviazione della Procura a cui si era opposta la famiglia, tramite l'avvocato Fabio Repici.
A riportare la notizia è La Gazzetta del Sud. Per quel delitto sono già stati condannati in via definitiva un mandante e un killer, il boss Giuseppe Gullotti e il camionista Antonino Merlino, ma depistaggi e misteri non hanno ancora permesso il raggiungimento di una verità completa.
Se da una parte il Gip ordina ulteriori indagini dall'altra, nell'inchiesta "ter", viene archiviata la posizione dei due indagati Stefano Genovese e Basilio Condipodero. Secondo il giudice non ci sono prove sufficienti per dire che siano gli esecutori materiali dell'omicidio del giornalista.
Era stato il collaboratore di giustizia Carmelo D'Amico a definire Genovese e Condipodero rispettivamente sicario e basista dell'omicidio. Dichiarazioni poi confermate dal fratello Francesco D'Amico ma che il gip ha considerato le stesse "non adeguatamente riscontrate". E anche la versione resa agli inquirenti da Aurelio Micale, altro collaboratore di giustizia, sono state considerate come 'incerte e generiche'.
Nell'archiviare il procedimento, comunque, il giudice ha indicato al pm una serie di approfondimenti di indagine, da chiudere entro sei mesi, finalizzati all'individuazione di "possibili ulteriori mandanti" del delitto (oltre al boss Giuseppe Gullotti). In particolare tra i misteri da chiarire, quello legato a un revolver calibro 22 della "North American Arms", mai sottoposto ad accertamento balistico, le cui tracce erano state scoperte proprio dall'avvocato Repici e sul quale il gip ha ordinato una consulenza tecnica con un esperto internazionale.
Sul punto il gip evidenza passaggi precisi per gli approfondimenti investigativi: la data a partire dalla quale Mariani Franco ebbe la disponibilità dell'appartamento sito in Milano, piazza Savoia 22; la data a partire dalla quale Caizzone Mario ebbe la disponibilità dell'appartamento sito in Milano, piazza Savoia 22. Ed anche alcune audizioni come quella di "Caizzone Mario in ordine ai suoi rapporti con Cattafi Rosario e ai suoi eventuali rapporti con Mariani Franco; di Cordera Marisa, moglie di Mariani Franco, deceduto, in ordine ai rapporti di quest'ultimo con Cattafi Rosario e ai suoi eventuali rapporti con Caizzone Mario; di ogni altra persona in grado di fornire informazioni sulle predette circostanze.
L'avvocato Repici, che ha sempre descritto il delitto Alfano come un "connubio di alta mafia e apparati" si augura che con queste nuove indagini si possa "finalmente smascherare questo grande buco e sui depistaggi. Un auspicio che anche Sonia Alfano ha fatto proprio.

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