Il generale libico è accusato di tortura di detenuti e della morte di uno di loro sotto tortura
Osama al-Masri Anjim è stato catturato a Tripoli, come confermato a Repubblica da fonti italiane. Il suo arresto si inserisce nel quadro della cooperazione tra il nuovo governo di Tripoli e la Corte penale internazionale. Nonostante un mandato emesso nei mesi scorsi, fino ad ora Almasri era riuscito a sottrarsi al fermo. Anche l’account X di Libya24riporta la notizia: la Procura generale libica ha disposto l’arresto del generale e il suo rinvio a giudizio con l’accusa di aver torturato dei detenuti, causando la morte di uno di loro durante le violenze.
Lo scorso 18 gennaio Almasri era stato fermato a Torino in esecuzione di un mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale, per poi essere liberato e rimpatriato in Libia a bordo di un aereo di Stato. Il ministero della Giustizia, tuttavia, non aveva dato seguito alla misura, lasciando che la vicenda rimanesse per mesi al centro del dibattito politico italiano.
Ora la Procura generale della Libia conferma di aver disposto l’arresto di Almasri. “Nell’ambito della giurisdizione nazionale, la procura ordina la detenzione del responsabile della gestione delle operazioni e della sicurezza giudiziaria – si legge nella nota ufficiale –. A seguito delle indagini sulle accuse rivolte all’agente di polizia Osama al-Masri Anjim, il procuratore generale ha completato l’acquisizione di informazioni relative a violazioni dei diritti dei detenuti presso l’Istituto di Riforma e Riabilitazione di Tripoli, dopo che la procura è stata informata di abusi che includevano torture e trattamenti crudeli e degradanti”.
Gli investigatori “hanno svolto un interrogatorio riguardante le circostanze che hanno portato alla violazione dei diritti di dieci detenuti e alla morte di uno di loro a causa delle torture. Alla luce di prove sufficienti a supporto delle accuse, la procura ha indirizzato l’imputato, attualmente in custodia cautelare, al sistema giudiziario”.
Notizia in aggiornamento
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