Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

L’intervista del Procuratore della Repubblica di Prato ad 'Avvenire'

Fatte le debite proporzioni, questo momento storico mi ricorda l'ascesa dei Corleonesi in Sicilia o quanto avvenne in Campania ai tempi della nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo” ha detto il procuratore della repubblica di Prato Luca Tescaroli in un’intervista ad ‘Avvenire’ riferendosi allo scontro tra i diversi clan mafiosi cinesi per il controllo del settore tessile. A febbraio, per esempio, tre incendi si sono sviluppati, due a Prato e uno a Campi Bisanzio, contro aziende della logistica riconducibili al cartello di imprese che fa capo al vecchio boss della mafia cinese Zhang Naizhong e al figlio Zhang Di. La presenza della mafia cinese nel nostro Paese è un fatto “ormai consolidato, riconosciuto da almeno due sentenze passate in giudicato” ha detto Tescaroli spiegando che ci troviamo davanti “a plurimi gruppi che operano nel settore del favoreggiamento dell'immigrazione, che fanno arrivare donne da destinare alla prostituzione, e lavoratori da sfruttare. Non solo: alcuni gruppi hanno già dimostrato di collaborare con la ‘Ndrangheta, la sacra corona unita e la camorra. Forniscono infatti un servizio chiave come il pagamento a distanza, senza movimentazione di denaro, di forniture di stupefacenti, con meccanismi di havala (un sistema finanziario di rimesse alternativo ai canali tradizionali, ndr) e facendo ricorso a compensazioni”.
Questi gruppi - ha spiegato Tescaroli - sono pericolosi perché fanno ricorso alla violenza aperta, in controtendenza rispetto ai clan tradizionali, che al contrario sono molto attenti nel non compiere gesti eclatanti per non attirare l'attenzione degli inquirenti, delle istituzioni e dell'opinione pubblica. Per capire in concreto di cosa stiamo parlando, abbiamo visto imprenditori aggrediti fisicamente, tentati omicidi, persone sopravvissute dopo essere state accoltellate ed eviscerate. Siamo di fronte a un'organizzazione brutale nei metodi e che possiamo meglio comprendere grazie al racconto di alcuni collaboratori di giustizia”.
In particolare ci sarebbe un “imprenditore, avvicinato da un'organizzazione criminale concorrente. Gli è stato proposto un accordo commerciale che non ha accettato e per questo è stato messo nel mirino”.
Lo stesso figlio del boss Zhang Naizhong ha deciso di rivolgersi al nostro ufficio per denunciare. Sono segnali importanti, che spiegano come lo Stato venga considerato affidabile e pronto a reagire contro il malaffare e la violenza. Lo stesso discorso vale anche per il fenomeno dei lavoratori sfruttati: da febbraio di quest'anno sono stati più di 90 i lavoratori cinesi, pachistani, bengalesi e nordafricani che hanno rotto il muro di omertà sulle condizioni in cui operano nei laboratori del tessile e della logistica a conduzione cinese”. 

I collaboratori di giustizia

Secondo il magistrato “sarebbe necessario a mio parere riuscire a estendere anche agli stranieri le stesse misure di protezione straordinaria e di assistenza previste da quella normativa con le necessarie modifiche che attengono al cambio di generalità per i cittadini stranieri, che potrebbe avvenire solo nel caso in cui lo Stato di origine dia l'autorizzazione”. Infatti ad oggi “è impossibile offrire un servizio di assistenza allo straniero che collabora che preveda un alloggio alternativo, nomi di copertura, l'inserimento nell'anonimato dei figli nelle scuole, poli fittizi di domicilio, così come l'accesso all'assistenza sanitaria o l'individuazione di un posto di lavoro. Di recente, ho detto di condividere la proposta di istituire anche a Prato una sezione della Dda, la Direzione distrettuale antimafia, che ci consentirebbe di accrescere la capacità di aggressione e strumenti giuridici più efficaci contro il crimine, molto più di quelli di cui disponiamo ora”.

Fonte: Avvenire  

Foto © Paolo Bassani 

ARTICOLI CORRELATI 

Luca Tescaroli, il magistrato che indaga sui mandanti esterni delle stragi
Nel 1997 un progetto di attentato saltato alla vigilia della sentenza su Capaci
di Giorgio Bongiovanni 

Luca Tescaroli: collaboratori di giustizia elementi essenziali nella lotta contro la mafia 

Tescaroli: ''Mafia si evolve, su collaboratori di giustizia normativa da aggiornare''

Lettera di morte a pm Tescaroli: Procura indaga per minacce aggravate da modalità mafiosa

S. Giovanni Polcenigo (PN), 3 Agosto - Presentazione del libro ''Pentiti'' con il procuratore Tescaroli

Minacce di morte al pm Luca Tescaroli: ''Ti faremo saltare con il tritolo''


 

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos