Zelensky alza la posta: “Voglio tutto”. Sul tavolo 100 miliardi di armi americane pagate dall’Europa. Mosca avverte: “Truppe Nato in Ucraina? Escalation incontrollabile”
"Mancava un piccolo dettaglio in questa celebrazione di cordialità e complimenti reciproci alla Casa Bianca: una discussione significativa sui dettagli specifici di un accordo che Vladimir Putin sarebbe disposto ad accettare". Con queste parole il quotidiano The Spectator ha commentato gli incontri di Donald Trump allo Studio Ovale, prima con Volodymyr Zelensky e poi con i leader europei: il Segretario Generale della NATO Mark Rutte, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il Primo Ministro del Regno Unito Keir Starmer, il Presidente francese Emmanuel Macron, il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, il Presidente finlandese Alexander Stubb e il Primo Ministro italiano Giorgio Meloni. Il faccia a faccia tra il leader ucraino e Vladimir Putin si farà entro due settimane, secondo quanto dichiarato da Merz, citato dall'agenzia Bloomberg.
Nello Studio Ovale, il clima si è fatto subito apparentemente disteso, lontano dai toni aspri che hanno caratterizzato l’ultima visita di qualche mese fa. "Ho avuto un incontro molto produttivo... Abbiamo discusso delle garanzie di sicurezza per l'Ucraina che saranno fornite da vari paesi europei in coordinamento con gli Stati Uniti d'America", ha scritto Trump sul social network Truth Social.
Il presidente degli Stati Uniti ha inoltre affermato che, dopo la conclusione dei colloqui alla Casa Bianca, ha chiamato la sua controparte russa e "ha avviato i preparativi per un incontro, la cui sede sarà determinata, tra il presidente Putin e il presidente Zelensky ".
Divergenze sono subito emerse sul tema della tregua senza condizioni che per l’Europa è una questione preliminare imprescindibile. Merz ha ribadito chiaramente: “Prima del trilaterale… serve un cessate il fuoco. I prossimi passi sono i più difficili… Non posso immaginare che possa avere luogo senza un cessate il fuoco. Lavoriamo su questo… perché la credibilità dei nostri sforzi dipende almeno dal raggiungimento di una tregua.” Allineato il presidente francese: è “una necessità… tutti i leader lo sostengono.”
Trump, dal canto suo, ha marginalizzato su questo punto: “Non è necessario. Mi piace l’idea di una tregua, ma un’intesa si può raggiungere mentre si combatte”, richiamando a esempio “le sei guerre che ho risolto negli ultimi sei mesi.” L’ipotesi di un trilaterale con Putin non è esclusa, ma scivola temporalmente: non “già questa settimana,” bensì “tra una o due settimane scopriremo se questa orribile guerra continuerà.”
L’arrivo di Zelensky alla Casa Bianca non ha lasciato posto a grandi cambiamenti sul suo approccio massimalista alle trattative per porre fine alla guerra. Trump ha ribadito che il leader ucraino "può porre fine alla guerra con la Russia quasi immediatamente, se lo desidera", purché accetti di non riavere "la Crimea data da Obama 12 anni fa" e rinunci all'ingresso nella NATO.
Il leader ucraino ha risposto con fermezza alle condizioni poste dal presidente Usa, dichiarando categoricamente che "la Russia non deve ottenere alcuna ricompensa per questa guerra. La guerra deve finire. Ed è proprio Mosca che deve dire 'basta'". Il presidente ucraino ha denunciato che Putin "commetterà omicidi dimostrativi per mantenere la pressione sull'Ucraina e sull'Europa, nonché per umiliare gli sforzi diplomatici". Questa posizione rappresenta un netto rifiuto delle condizioni russe e dell'approccio di Trump. Ma i dettagli emersi in seguito da alcune testate occidentali sono ancora più sconcertanti.
Zelensky chiede “tutto” e spunta l’accordo da 100 miliardi in armi americane
Il tono conciliante e fraterno del tycoon americano non sembra casuale e subito emergono importati impegni economici dalla richiesta di cessate il fuoco.
Secondo un documento visionato dal Financial Times l’offerta dell’Ucraina al tycoon per ottenere garanzie di sicurezza statunitensi dopo un eventuale accordo di pace con la Russia, è costruito appositamente per allinearsi agli interessi industriali USA e alla disponibilità finanziaria europea.
“Che garanzie voglio per l’Ucraina? Tutto. Innanzitutto, un forte esercito ucraino: armi, personale, addestramento e intelligence”, ha affermato Zelensky durante l’incontro.
Kiev propone di acquistare armi americane per 100 miliardi di dollari con fondi europei, senza elencare nel dettaglio i sistemi richiesti ma indicando come priorità almeno dieci batterie Patriot, insieme ad altri missili e attrezzature per proteggere città e infrastrutture. In parallelo, mette sul tavolo un’intesa da 50 miliardi per la produzione congiunta di droni con aziende ucraine, settore in cui il paese ha sviluppato capacità significative dall’invasione russa del 2022; il documento non chiarisce in quale misura l’accordo sui droni consisterebbe in acquisti rispetto a investimenti industriali. Miliardi di dollari di armi americane pagate dagli europei: praticamente una sinfonia alle orecchie del tycoon.
Allo stesso tempo, l’Ucraina fissa alcune linee invalicabili: non accetterà concessioni territoriali e respinge la proposta russa di congelare la linea del fronte in cambio del ritiro ucraino da parti di Donetsk e Luhansk, ritenendola un modo per creare un trampolino verso Dnipro e consolidare un fatto compiuto.
Tuttavia, su questo punto, il Wall Street Journal, che cita funzionari presenti all’incontro, sottolinea che Zelensky non ha respinto totalmente uno scambio durante i negoziati, ma ha sottolineato le difficoltà in merito, sostenendo che sarebbe difficile ricollocare la popolazione e revocare il divieto costituzionale ucraino di cedere territori. In definitiva il leader ucraino ha affermato che potrebbe prendere in considerazione solo uno "scambio proporzionale", riporta la pubblicazione.
Il documento sostiene che una pace duratura non può poggiare su “regali” a Putin, ma su un quadro di sicurezza robusto che prevenga future aggressioni, e cita contenuti dei media russi, inclusi commenti denigratori di Vladimir Solovyov verso Trump, come indizio del limitato impegno del Cremlino verso un’intesa seria. Sul piano economico e giuridico, l’Ucraina rivendica un risarcimento integrale dei danni di guerra, anche attingendo ai circa 300 miliardi di dollari di asset sovrani russi congelati in Occidente; qualunque allentamento delle sanzioni, sottolinea, dovrebbe essere condizionato al rispetto dell’accordo e a un comportamento “leale” da parte di Mosca.
Garanzie di Sicurezza. Trump non esclude truppe Usa, Mosca protesta
Sul nodo-chiave delle garanzie di sicurezza, Trump ha inviato segnali di continuità: “L’Europa è in prima fila, ma noi li aiuteremo,” con il riferimento a un possibile “coinvolgimento” statunitense nelle misure a tutela di Kyiv, “senza escludere la possibile presenza in futuro anche di truppe statunitensi.” In seguito si smentisce, escludendo questa eventualità, evocando “possibili garanzie di sicurezza Usa per via aerea”.
Bloomberg, citando fonti, è entrato ancor più nei dettagli, riferendo che gli Stati Uniti e l'Europa inizieranno immediatamente a lavorare per rafforzare le Forze Armate ucraine.
"I funzionari americani ed europei inizieranno immediatamente a lavorare per fornire all'Ucraina <...> garanzie di sicurezza per spianare la strada a un incontro storico tra <...> Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky", si legge nella dichiarazione, dove gli interlocutori hanno sottolineato che lo scopo è quello di eludere le richieste della Russia di limitare il numero delle Forze armate ucraine nel quadro di un futuro accordo di pace.
"Le garanzie saranno incentrate sul rafforzamento delle forze e delle capacità militari ucraine, senza alcuna restrizione, come ad esempio un limite al numero di truppe", specifica il materiale.
Inoltre, "si prevede che il pacchetto di garanzie di sicurezza <...> includa in futuro una forza multinazionale. Il suo formato deve ancora essere definito", si legge nella pubblicazione.
Un piano, quest'ultimo, confermato proprio dal tycoon americano. “Francia, Germania e Regno Unito vogliono truppe sul campo in Ucraina”, ha dichiarato a Fox News.
Immediata la risposta della controparte russa che mantiene il profilo di massima allerta sull’ipotesi di coinvolgimento militare diretto occidentale: “Ribadiamo la nostra posizione… sul nostro categorico rifiuto di qualsiasi scenario che preveda l’arrivo in Ucraina di truppe con la partecipazione dei Paesi della Nato, che potrebbe portare a un’escalation incontrollabile del conflitto con conseguenze imprevedibili,” ha dichiarato la portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova.
Foto © Imagoeconomica
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