Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Il giornalista interviene dal palco di via d’Amelio al dibattito “Giovani e antimafia: contro silenzi e depistaggi”

"Leonardo Sciascia diceva che, se lo Stato decidesse davvero di combattere la mafia, significherebbe che ha scelto di suicidarsi. E in effetti, finora non siamo mai stati capaci di guardare davvero nell’anima di questo Paese." È con queste parole che Luca Grossi, giornalista di ANTIMAFIADuemila, ha aperto il suo intervento durante il dibattito “Giovani e antimafia: contro silenzi e depistaggi”, organizzato dall’associazione Our Voice in via d’Amelio, in occasione del 33° anniversario della strage in cui furono uccisi Paolo Borsellino, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina ed Emanuela Loi. I misteri ancora irrisolti intorno alle stragi della Prima Repubblica restano numerosi. Tra questi, uno dei più emblematici è la scomparsa dell’agenda rossa di Borsellino, da lui sempre tenuta con sé e trafugata proprio dall’auto distrutta nell’attentato del 19 luglio 1992. Grossi l’ha definita la “scatola nera della strage di via d’Amelio”, un documento di inestimabile valore, mai più ritrovato. "La classe politica e dirigente italiana non ha alcun interesse a ritrovare quell’agenda", ha affermato con forza.


via damelio dibat pb g7a8402


"E anzi, espone la valigetta che la conteneva, ormai vuota, come un macabro trofeo alla Camera dei Deputati." “Quello è il trofeo dello Stato-mafia”, ha commentato. L’agenda, dunque, è sparita da oltre trent’anni. "Chi ce l’ha?", si è chiesto. "Avremmo potuto domandarlo all’ex colonnello Mario Mori in Commissione Antimafia. Alcuni parlamentari hanno provato a fargli domande sulle stragi, ma lui, protetto dalla presidente Colosimo che lo ha coperto, si è rifiutato di rispondere." Grossi ha aggiunto un’ulteriore riflessione: “Non sappiamo cosa c’era scritto sull’agenda, ma sicuramente sappiamo cosa non c’era scritto : nulla sull’inchiesta Mafia-appalti. Perché se ci fosse stato qualcosa, coloro che oggi guidano la crociata revisionista ne parlerebbero ogni giorno." Il giovane giornalista ha poi concluso lanciando un appello ai suoi coetanei: "Dobbiamo essere l’avanguardia di un nuovo modo di concepire lo Stato e le istituzioni. Non saremo mai davvero liberi - né da padroni interni né da poteri esterni - se non spezzettiamo questi segreti indicibili. Perché un giorno qualcuno, sentendosi minacciato, potrebbe tirare fuori quell’agenda rossa per ribaltare tutto e proteggere nuovi ordini che si stanno già formando dentro e fuori questo Paese". 

Foto © Paolo Bassani 

ARTICOLI CORRELATI

Il dibattito dei giovani in via d’Amelio: ''Chiediamo verità sulle stragi''

Colosimo in via D'Amelio, Our Voice contesta dal palco: ''Depista la verità, si dimetta''

Via d'Amelio: ''Tutta la verità'' è nell'agenda rossa. Cia tra i mandanti esterni

Saverio Lodato: ''Si nasconde via D'Amelio per nascondere la storia delle stragi d'Italia'' 

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos