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Il gruppo accusa di ipocrisia gli esponenti di FdI venuti a ricordare Borsellino. Video integrale all'interno

Potevate rimanere qui e documentarvi un po’, visto che chiedete le dimissioni dalla Commissione parlamentare antimafia di chi davvero vuole la verità sulla strage di via D’Amelio. Una strage per la quale voi stessi dite di essere scesi in politica, in nome di Paolo Borsellino. E invece avete perso un’occasione.” È questa la dura provocazione lanciata da Jamil El Sadi, membro del movimento Our Voice, ieri sera dal palco allestito dalle Agende Rosse per il 33° anniversario della strage di via d’Amelio. A notte fonda sono arrivati anche alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, tra cui Arianna Meloni (sorella della presidente del Consiglio), il deputato Giovanni Donzelli e la presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo.


garavaglia colosimo lucio ganci

© Lucio Ganci


Con loro, circa un centinaio di sostenitori, con i quali hanno preso parte alla fiaccolata e deposto una corona di fiori presso l’albero di ulivo sotto il quale, il 19 luglio 1992, esplose l’autobomba di Cosa nostra. “È emblematica la presenza di numerose istituzioni”, ha affermato ironicamente Jamil El Sadi. Dietro di lui, uno striscione rivolto alla presidente dell’Antimafia: “Colosimo si dimetta! La verità non si depista, ma si cerca”. 



Il gruppo Our Voice stava per proiettare sul maxi schermo il proprio documentario, realizzato dalla direttrice Sonia Bongiovanni, sulle stragi del 1992-94, in cui si denunciano i vari depistaggi e la presenza di neofascisti e mandanti esterni negli attentati mafiosi. Verità emerse in numerose sentenze, ma che la maggioranza politica continua a respingere con forza, attaccando chi invece le ricorda. 


fiaccolata viadamelio 1

© Paolo Bassani


Note di resistenza oltre le macerie. Suoni e silenzi sulle stragi di Stato”: questo il titolo del documentario, che - secondo El Sadi - “avrebbe potuto servirvi per informarvi correttamente su ciò che realmente accade da trentatré anni”. Così ha concluso dal palco, sfidando apertamente la delegazione politica ancora presente nei pressi di via d’Amelio. Jamil El Sadi ha poi puntato il dito proprio contro quella delegazione, e in particolare contro Chiara Colosimo, accusandola di guidare un depistaggio istituzionale. 



Quella di via D’Amelio è una strage di Stato”, ha dichiarato, accusando il governo Meloni di non cercare la verità ma piuttosto di “delegittimare la magistratura, colpire la sua indipendenza, favorire mafiosi, corrotti, corruttori e impresentabili in Parlamento”. Questa, ha concluso, “è una strage emblematica che certifica come Cosa nostra e le organizzazioni criminali, troppo spesso nel nostro Paese, siano state utilizzate da un sistema più alto delle stesse: quello che viene chiamato ‘Stato profondo’”. 

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