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"Narduzzo", così veniva appellato, non è un collaboratore di giustizia come tanti. Per comprendere quanto siano state dirompenti, al tempo, le sue dichiarazioni basta riascoltare la sua deposizione davanti alla Commissione Antimafia presieduta da Luciano Violante, il 4 dicembre 1992. Il podcast di ANTIMAFIADuemila 'Nero su Bianco' racconta le rivelazioni dell'ex uomo d'onore di San Cataldo sui legami tra mafia e politica e sui rapporti da lui intrattenuti con il Sisde a partire dal 1986, con particolare riferimento alle indicazioni che dichiara di aver fornito su come catturare gli esponenti della "Commissione mondiale di Cosa Nostra riunita", ovvero i vertici di Cosa nostra e di alcune sue ramificazioni a livello internazionale. 
In quella deposizione parlava anche dei rapporti tra le varie mafie ("Il vertice della 'Ndrangheta è Cosa nostra. I soldati non sanno che appartengono tutti ad un'unica organizzazione. Lo sa il vertice") o le modalità di rifornimento di armi tramite canali militari ("La nostra fornitrice principale è stata la Svizzera, ma da qualche tempo sono la Germania e il Belgio. Perché la Germania? Dai centri Nato escono armi, giubbotti, cartucce, tutto quello che si vuole... In mille modi... per mille strade, giornalmente... Basta andare fuori dall'Italia, per esempio in Belgio. E' come andare a comprare le caramelle. In Svizzera, se si ha la residenza o se si conosce un armiere, si ottiene tutto ciò che si vuole. I kalashnikov costano un milione e mezzo, un milione e 800 mila, 2 milioni e 300 mila, con due caricatori a trecento colpi"). 
Alla Commissione parlamentare aveva spiegato in maniera chiara che "molti degli uomini d’onore, cioè quelli che riescono a diventare dei capi, appartengono alla massoneria. Questo non deve sfuggire alla Commissione, perché è nella massoneria che si possono avere i contatti totali con gli imprenditori, con le istituzioni, con gli uomini che amministrano il potere diverso da quello punitivo che ha Cosa Nostra”. Disse anche che "Cosa Nostra, che è la stessa in Calabria come in Sicilia" era alla ricerca di un "compromesso" con "l'interesse ad arrivare al potere con i propri uomini, che sono la loro espressione: non saranno più sudditi di nessuno. ... Cosa Nostra deve raggiungere l’obiettivo, qualsiasi sia la strada". In un successivo interrogatorio disse anche che "Cosa Nostra e la massoneria, o almeno una parte della massoneria, sono stati sin dagli anni ‘70 un’unica realtà criminale integrata". 

Segui il PODCAST: Nero su Bianco 

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