È durato circa un'ora l'interrogatorio negli uffici della Dia a Caltanissetta del giornalista de il 'Giornale di Sicilia' Giuseppe Martorana.
Era stato lui ad aver rivelato a Paolo Mondani, durante la trasmissione di Report, di aver visto Stefano Delle Chiaie, fondatore di Avanguardia Nazionale a Palermo tra febbraio e marzo del 1992. “Una mattina vennero una coppia di persone (…) - ha detto a Mondani - vidi un viso che conoscevo. Era Stefano Delle Chiaie (…) era l’inizio del ’92 - aveva detto Martorana a Mondani -. Tra febbraio e marzo”. Il giornalista del Giornale di Sicilia sostiene che l’estremista di destra fosse in redazione per proporre un articolo: “Seppi che era venuto a portare una proposta di articolo perché stava formando un partito in Sicilia: la Lega Nazional Popolare. E aveva chiesto al capo cronista se pubblicava qualche cosa”. Non solo. Martorana aveva poi aggiunto di averlo visto una seconda volta, un paio di giorni dopo, sempre in redazione, accompagnato da un'altra persona più alta e robusta rispetto a Delle Chiaie. Forse, vedendo una foto che gli ha mostrato Mondani, l'avvocato Stefano Menicacci.
Si tratta di una testimonianza "dirompente", come ha scritto il nostro editorialista Saverio Lodato, in quanto "stiamo parlando di un giornalista e di un incontro nella sede di un Giornale. Incontri del genere, anche se a distanza di molti anni, lasciano tracce difficilmente cancellabili".
Inoltre Martorana smonta la tesi di chi, in questi mesi, ha sempre definito una "favola" la presenza di Delle Chiaie in Sicilia negli anni delle stragi.
Ciò rappresenta un elemento cruciale delle indagini sulla strage di via d'Amelio e sulla 'pista nera' che politica e giornaloni si erano affrettati in passato ad affermare che era stata accantonata dalla procura nissena.
Cosa non vera come ha detto in un'intervista il Procuratore capo di Caltanissetta Salvatore De Luca all'inviata speciale del Tg1 Maria Grazia Mazzola.
Quindi le indagini vanno avanti e le dichiarazioni di Martorana non sono le sole: altri hanno detto di avere incontrato il terrorista nero negli stessi tempi.
A Caltanissetta è in corso il processo contro l'ex maresciallo dei carabinieri, Walter Giustini, e Maria Romeo, ex compagna del collaboratore di giustizia Alberto Lo Cicero (nel frattempo deceduto). Un procedimento in cui si affronterà anche il tema della pista nera in quanto entrambi hanno raccontato di aver saputo da Lo Cicero della presenza di Delle Chiaie a Capaci.
Ricordiamo che il collaboratore di giustizia Alberto Lo Cicero era particolarmente attenzionato dal giudice Paolo Borsellino come attestato da un verbale del 15 giugno 1992 recentemente scoperto dall'avvocato Fabio Repici. Oltre a questo verbale c'è anche una informativa dei carabinieri dell’8 giugno 1992, redatta dai carabinieri Walter Giustini e Antonio Coscia, a cui era allegato un rapporto del 1988 firmato dal maggiore Mauro Obinu. Questo rapporto riguardava imprese vicine a Cosa nostra operanti a ovest di Palermo, inclusa Capaci. Il rapporto del maggiore Obinu conteneva informazioni su attività economiche legate alla mafia nel territorio di Capaci e menzionava Giuseppe Senzale, un soggetto che, secondo Repici, era anche al centro delle rivelazioni di Lo Cicero nella primavera-estate del 1992. Questo collegamento è cruciale: il fatto che Borsellino abbia richiesto il rapporto di Obinu suggerisce che stesse cercando di incrociare informazioni vecchie e nuove per approfondire le indagini sulla strage di Capaci.
Un unico filo, nero, per l'appunto.
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