"Provvedimenti disciplinari per pm che commentano riforme? Non mi faccio deflettere da spauracchi"
"Io credo che giornate come queste non debbano essere vissute soltanto come sterile esercizio retorico, soltanto sulla base dell'emozione, che pure sicuramente è positivo ed importante che ci sia. Giornate come queste devono servire al Paese a fare memoria di quello che è accaduto. Il 23 maggio del 1992 e nel periodo '92-'94 è accaduto qualcosa di veramente grave: sette stragi nel giro di poco tempo in Italia e su queste sette stragi abbiamo ancora delle verità che sono importanti, ma parziali". A dirlo è il sostituto Procuratore nazionale antimafia Nino Di Matteo, a latere dell'evento “Schierarsi - Dalla parte della legalità, dalla parte della giustizia” che si è tenuto al Teatro Totò di Napoli, con la partecipazione del procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, ed Alessandro Di Battista. "Giornate come queste - ha aggiunto - devono servire a far capire a tutti che ancora il percorso di verità non è completo e a dare la forza a tutti coloro, magistrati, forze dell'ordine, giornalisti e semplici cittadini di andare avanti nella pretesa della ricerca della verità. Sappiamo tanto, ma non sappiamo tutto. Sappiamo quali sono state le responsabilità degli uomini di Cosa nostra, che sicuramente ci sono state, ma ancora non possiamo dire di aver ricostruito quelle che sono le responsabilità penali di uomini che probabilmente le hanno avute, estranee a Cosa nostra".
Il magistrato ha anche detto la sua sull'idea di legge del ministro della giustizia Carlo Nordio per proporre sanzioni disciplinari per i magistrati e i giudici che esprimono le proprie opinioni, soprattutto se riguardano le riforme della giustizia.
"Vedremo quello che accadrà. Se, come si legge, ipotizzeranno e formalizzeranno anche un'ipotesi precisa di responsabilità disciplinare. Personalmente io credo che di fronte a certe situazioni, di fronte a certi pericoli di compromissione dell'indipendenza della magistratura i magistrati non abbiano solo il diritto di parlare, ma anche il dovere di farlo. Io personalmente lo continuerò a fare. Certamente non potrebbe essere la previsione o lo spauracchio di una sanzione disciplinare a farmi deflettere da quello che ritengo essere un dovere di chi ha giurato sulla Costituzione e quando vede stravolta la Costituzione ha la necessità di fare capire i pericoli che stiamo vivendo".
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