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Nuova puntata di “Duemila Secondi”. Sul tavolo del podcast la polemica scoppiata in occasione del 33° anniversario della Strage di Capaci. Ieri si è tenuto a Palermo il corteo realizzato da diverse sigle cittadine per chiedere verità e giustizia sull’attentato e per condannare le condotte del governo in tema di lotta alla mafia. Il corteo avrebbe dovuto raggiungere l’Albero Falcone, dove la Fondazione diretta dalla sorella del giudice indice la celebrazione ufficiale, in tempo per il minuto di silenzio. “E così è stato”, ha commentato Jamil El Sadi, che è anche volontario di Our Voice (una delle associazioni organizzatrici del corteo).
Eppure, quest’anno, il minuto di silenzio è stato anticipato, probabilmente per permettere agli esponenti delle istituzioni invitati sul palco di dileguarsi prima che il fiume di gente potesse contestarli una volta raggiunto l’Albero Falcone. “Un episodio gravissimo”, ha commentato Jamil El Sadi. “Sono fuggiti per fuggire da una verità”. Ovvero che quegli esponenti che si trovavano lì non sono degni di ricordare il magistrato e che il loro “è un esercizio di memoria sterile”.
Durante la puntata si è parlato anche della guerra in Ucraina e del colloquio telefonico avvenuto nei giorni scorsi tra Donald Trump e Vladimir Putin. “Mentre Trump parla con Putin e cerca di organizzare le trattative per trovare un accordo, l’Europa risponde con le sanzioni a Mosca”, ha affermato Francesco Ciotti. “La situazione è di stallo”, ha spiegato il redattore di ANTIMAFIADuemila. “Da un lato Kiev e Bruxelles vogliono un cessate il fuoco incondizionato, dall’altro Mosca vuole il cessate il fuoco condizionato dalla cessazione di forniture militari all’Ucraina. Il divario tra Zelensky e Putin è per questo più abissale che mai”.
E nel frattempo le persone continuano a morire. Proprio oggi, hanno ricordato i due redattori nel podcast, “è avvenuto uno dei bombardamenti russi più pesanti degli ultimi mesi”.

Segui il PODCAST: "Duemila Secondi"

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