Monta il dissenso in Israele: “Commessi errori enormi, ora siamo soli al mondo”. A Jenin l’esercito spara in aria durante una visita di diplomatici internazionali
Almeno 87 palestinesi sono stati uccisi nelle ultime ore nella Striscia di Gaza. Lo rendono noto fonti palestinesi dell’enclave. L’offensiva “Carri di Gedeone” avviata venerdì, è tornata a uccidere a un ritmo che non si vedeva da mesi: circa 100 persone al giorno. Solo nella notte di ieri due attacchi nel nord di Gaza hanno colpito un'abitazione e una scuola trasformata in rifugio, uccidendo almeno 22 persone, più della metà delle quali donne e bambini, secondo il Ministero della Salute di Gaza. Un attacco nella città centrale di Deir al-Balah ha ucciso 13 persone, e un altro nel vicino campo profughi di Nuseirat ne ha uccise 15, secondo l'Ospedale dei Martiri di Al-Aqsa. Due attacchi nella città meridionale di Khan Younis hanno ucciso 10 persone, secondo l'Ospedale Nasser. Non ci sono stati commenti immediati da parte dell’esercito israeliano, che continua ad affermare che i target sono esclusivamente miliziani e, come già in passato, incolpa Hamas per le morti civili perché il gruppo opera in aree densamente popolate.
Di certo ancora una volta sono le donne le più colpite nei raid. Lo conferma UNWomen, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei diritti delle donne. In un documento diffuso lunedì ha stimato che sono oltre 28mila le donne e le ragazze uccise a Gaza dall'inizio delle operazioni di Israele nella Striscia: “Si tratta in media di una donna e una ragazza uccise ogni ora negli attacchi delle forze israeliane. Tra le vittime, migliaia erano madri che hanno lasciato dietro di sé bambini, famiglie e comunità devastate”.
Le cifre dei minori uccisi è quasi lo stesso: una stima del Palestinian Central Bureau of Statistics ritiene che in 19 mesi di guerra sono morti circa 19mila bambini (poco meno di 1000 quelli che non avevano nemmeno compiuto un anno). Mentre gli orfani – coloro che hanno perso entrambe i genitori - sono almeno 39mila. Il rapporto ricorda pure che le donne non muoiono solo nei bombardamenti: è aumentato vertiginosamente il numero di chi non sopravvive al parto. Le cause di decesso sono fame o mancanza di servizi essenziali medici e di protezione. “Torniamo a chiedere un cessate il fuoco immediato, la liberazione di tutti i prigionieri israeliani e il ripristino immediato di un accesso umanitario senza ostacoli”, conclude il documento.
Benjamyn Netanyahu © Imagoeconomica
Israele autorizza l'ingresso di 100 camion di aiuti dell'Onu
Quattordicimila bambini rischiano di morire a Gaza nelle prossime 48 ore se non riceveranno subito gli aiuti necessari. A lanciare l'allarme è stato Tom Fletcher, sottosegretario dell'Onu per gli Affari umanitari (Ocha), in un'intervista alla Bbc. Ieri sono entrati nella Striscia cinque camion con alimenti per l'infanzia, ma "è una goccia nell'oceano". Ora "dobbiamo inondare la Striscia di Gaza con aiuti umanitari", ha detto, per "salvare il maggior numero possibile di questi 14.000 bambini nelle prossime 48 ore".
Le Nazioni Unite hanno ricevuto da Israele il permesso di ingresso a Gaza per circa 100 camion di aiuti umanitari, ha annunciato un portavoce dell'ufficio umanitario delle Nazioni Unite citato dal Times of Israel. "Abbiamo richiesto e ottenuto l'autorizzazione per l'ingresso di altri camion oggi, molti di più di quelli approvati ieri", ha dichiarato Jens Laerke, portavoce dell'ufficio umanitario delle Nazioni Unite, durante una conferenza stampa a Ginevra. Dopo un blocco israeliano durato 11 settimane, ieri Israele ha autorizzato nove camion di aiuti umanitari a entrare attraverso il valico di Kerem Shalom, sebbene Laerke abbia affermato che solo cinque di questi sono effettivamente entrati a Gaza. "Il prossimo passo è raccoglierli, e poi verranno distribuiti attraverso il sistema esistente, quello che ha dimostrato la sua efficacia", afferma Laerke, aggiungendo che quei camion contenevano alimenti per neonati e prodotti nutrizionali per bambini.
Cresce il dissenso in Israele: “Commessi errori enormi, ora siamo soli al mondo”
Intanto sui giornali israeliani crescono le critiche all’offensiva che sta provocando la crisi umanitaria a Gaza. Il quotidiano Yedioth Ahronoth accusa l’esecutivo di “aver commesso errori enormi” nel gestire la guerra e le relazioni estere: “Israele è rimasto solo al mondo, con un sostegno americano limitato e instabile”. Israel Hayom nota che “Trump inizia a perdere la pazienza. Presto ci chiederà una data di fine guerra. Non è disposto a lasciarcela protrarre all'infinito. E funzionari dicono che potrebbe addirittura invitare Naftali Bennett alla Casa Bianca”, ovvero il maggior rivale politico del premier Benjamyn Netanyahu. Maariv invece titola: “Il mondo contro Israele”. E perfino il conservatore Jerusalem Post oggi scrive in un editoriale che è “necessario un cambio di governo. Questo esecutivo sta fallendo il suo mandato all’interno e all’esterno”.
Non solo. Il leader dell’opposizione democratica Yair Golan ha attaccato pesantemente l’esecutivo in un'intervista con l’emittente pubblica Kan: “Israele rischia di diventare uno Stato-paria come fu il Sudafrica dell’Apartheid se non torniamo a comportarci come un paese sano di mente”, ha detto. “Un paese sano non combatte i civili e non uccide bambini per hobby né si pone come obiettivo espellere totalmente una popolazione. Questo governo mette a repentaglio la nostra stessa esistenza”.
L’esercito spara in aria durante una visita di diplomatici a Jenin
Un'unità dell'esercito israeliano (Idf) ha sparato colpi di avvertimento in aria durante una visita diplomatica a Jenin, in Cisgiordania, creando panico fra i diplomatici. La delegazione era composta da 25 ambasciatori e diplomatici europei, arabi, cinesi, giapponesi, indiani e di altre parti del mondo. Presente anche il viceconsole italiano a Gerusalemme, Alessandro Tutino. Tajani convoca l'ambasciatore di Israele a Roma "per avere chiarimenti ufficiali su quanto accaduto". Anche la Francia ha convocato il proprio ambasciatore dopo che l'Idf ha sparato in aria "in modo inaccettabile" contro i diplomatici. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, secondo quanto si apprende, ha sentito al telefono il vicepremier e ministro degli Esteri per concordare la convocazione alla Farnesina dell'ambasciatore israeliano in Italia. Una mossa, viene spiegato, valutata non solo alla luce dell'episodio di oggi vicino al campo profughi di Jenin che ha coinvolto diplomatici stranieri, tra cui il vice console italiano a Gerusalemme, ma anche nel contesto più ampio della drammatica situazione nella Striscia di Gaza. Il ministero degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese ha postato alcuni video che mostrano decine di persone, tra cui fotografi, nei pressi di un posto di blocco dell'esercito a Jenin. Si vedono i soldati sparare in aria dall'interno del campo profughi di Jenin e il gruppo che scappa verso le proprie auto. Non sono stati segnalati feriti. Secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa, la delegazione comprendeva diplomatici provenienti dall'Unione Europea, dalla Francia, Regno Unito, Canada, Spagna, Russia, Unione Europea, Egitto, Giordania, Marocco, Portogallo, Cina, Austria, Brasile, Bulgaria, Turchia, Lituania, Polonia, Turchia, Giappone, Romania, Messico, Sri Lanka, Canada, India e Cile.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato con il viceconsole coinvolto nell'episodio a Jenin, che è rientrato illeso in consolato. Tajani ha dato istruzioni per chiedere immediate spiegazioni e protestare per l'accaduto con il Governo di Israele: "Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili", ha detto Tajani, secondo quanto hanno riferito fonti della Farnesina.
Foto di copertina © Imagoeconomica
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