Dall'impasse dei negoziati tra Russia e Ucraina in quel di Istanbul alle recenti audizioni in Commissione parlamentare antimafia degli ufficiali dei carabinieri Mario Mori e Giuseppe De Donno. In mezzo anche l'elezione come nuovo Pontefice di Papa Leone XIV. E' su questi temi che si sviluppa la nuova puntata di Duemila Secondi, il podcast di ANTIMAFIADuemila.
Il primo aspetto da registrare è il "fallimento" dei colloqui tra i due Paesi in guerra che allo stato hanno concordato solo lo scambio di prigionieri.
"Nella conferenza stampa dopo l'incontro si è espressa soddisfazione da entrambe le parti - ha ricordato Francesco Ciotti - In realtà sono volate le sedie. Come abbiamo estrapolato da alcuni funzionari ucraini si è parlato di condizioni russe inammissibili, cioè il riconoscimento dei territori occupati come condizione per il cessate il fuoco, al no ricevuto, hanno detto che al prossimo coloquio si sarebbe discusso anche della quinta, Kharkov e Sumy". A questo quadro si aggiunge poi l'impegno dei "Volenterosi" per il riarmo e soprattutto il sostegno militare a Kiev anche con l'invio di truppe. Un'idea quest'ultima che, a quanto sembra, non piace alla Premier Giorgia Meloni che non avrebbe partecipato all'incontro con gli altri leader Ue. L'Italia mantiene comunque il suo impegno di invio di armi, come dimostrato dall'ultima audizione del ministro della Difesa, Guido Crosetto al Copasir, per un valore di 3 miliardi.
Sul fronte antimafia, invece, in settimana si è tenuta la nuova audizione davanti alla Commissione parlamentare antimafia del generale Mario Mori e del colonnello De Donno ed è stato chiarito una volta per tutte che non vi è alcun interesse ad andare oltre nella ricerca della verità sulle stragi degli anni Novanta.
Sono state impedite domande importanti su fatti avvenuti tra il '93 ed il '94, non si è dato atto dei contenuti del documento depositato dai senatori del Movimento Cinque Stelle in cui si mettono in evidenza le contraddizioni e le distorsioni della realtà fin qui condotte dai due auditi, prima imputati e poi assolti nel processo sulla trattativa Stato-mafia. "E' assurdo pensare che dietro le stragi vi sia solo la questione mafia-appalti - ha detto Aaron Pettinari - Via d'Amelio viene presa e scollegata da tutto ciò che è successo prima, come la strage di Capaci, e quello che avviene dopo, ovvero le stragi del 1993-1994. C'è poi il contesto storico del cambiamento politico. Mentre tutti i protagonisti dell'inchiesta mafia-appalti appartengono alla Prima Repubblica, e non alla Seconda”.
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