Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Il raid indiano avvenuto nella notte di ieri rischia di innescare una spirale di morte e distruzione senza fine, pronta ad incatenare la grande patria dell’Induismo oggi retta dal partito nazionalista di Narendra Modi.
Il portavoce delle Forze armate pakistane ha annunciato che il bilancio aggiornato degli attacchi lanciati da Nuova Delhi contro nove presunti campi di addestramento terroristici in territorio pachistano e nel Kashmir amministrato dal Pakistan è salito a 31 morti e 57 feriti. D’altra parte, come riferito dal quotidiano Hindustan Times, è salito ad almeno 15 il numero dei civili indiani uccisi nei bombardamenti notturni condotti dall'esercito pachistano lungo la Linea di controllo (LoC), nella regione contesa del Kashmir.
La tensione è ai massimi livelli tra le due potenze nucleari. Il primo ministro pakistano, Shehbaz Sharif, ha rivolto questa sera un infuocato discorso alla nazione dove promette una risposta decisa. "La scorsa notte, l'India ha commesso un errore lanciando attacchi contro il Pakistan, e dovrà pagarla. Forse pensavano che il Pakistan si sarebbe tirato indietro, ma hanno dimenticato che questa è una nazione che sa combattere per il proprio Paese", ha dichiarato Sharif, elogiando la risposta della forza aerea pakistana che, secondo l'Ispr, avrebbe abbattuto cinque velivoli indiani, di cui tre Rafale, un Su30MKI e un MIG-29 Fulcrum. Informazione parzialmente confermata anche dall’intelligence francese che parla della perdita di un Rafale colpito da un caccia J-10C di fabbricazione cinese dell'aeronautica militare pakistana, mediante missili aria-aria PL-15 di nuova concezione, anch’essi di fabbricazione cinese.
"È stata la nostra risposta nei loro confronti", ha commentato il primo ministro che ha poi raccontato un episodio tragico: "un bambino di sette anni era a casa con la madre e il fratello quando è stato ucciso", ha denunciato con enfasi, promettendo: "Mettete la mano sul cuore. Vi prometto che vendicheremo ogni goccia di sangue di queste vittime".
D’altra parte, Nuova Delhi continua a rivendicare di aver colpito solo “campi terroristici”, accuratamente identificati per "evitare la popolazione o le aree civili". "Gli obiettivi scelti sono stati distrutti con grande precisione per garantire che né la popolazione né le aree civili venissero colpite", ha affermato il ministro della Difesa indiano Rajnath Singh.
Il primo ministro ha respinto le accuse indiane riguardo all'attentato avvenuto il mese scorso a Pahalgam dove hanno perso la vita 26 civili. "Non eravamo coinvolti. Siamo stati accusati ingiustamente", ha affermato, rivendicando che il Pakistan aveva chiesto un'indagine, ignorata da Nuova Delhi. Ha poi concluso il discorso con un appello all'unità nazionale: "Per la sicurezza del paese, ho bisogno del coraggio del popolo pakistano. Poiché stiamo tutti combattendo per la verità, spero che Dio sarà sempre con noi".
Secondo Islamabad quello dell'India è "un atto di guerra palese e immotivato" da cui il Pakistan ha diritto di "rispondere in modo appropriato nel momento e nel luogo di sua scelta", in conformità con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite e come sancito dal diritto internazionale. Il Comitato per la Sicurezza Nazionale (NSC) del Paese ha già conferito all'esercito pakistano piena autorità per rispondere con forza alla recente aggressione indiana.
"Non prenderemo mai di mira (la popolazione – ndr)", replica all’indiano Singh, in un'intervista all'emittente Geo News, l’omologo pakistano Khawaja Asif, promettendo che negli attacchi di rappresaglia sarà rispettato il diritto internazionale e saranno limitati “ai soli obiettivi militari".
"Se il Pakistan risponde, l'India risponderà" ha ribattuto il ministro degli Esteri indiano, Vikram Misri, a 13 inviati stranieri a Nuova Delhi, alimentando la spirale senza fine.  "Data la portata dell'attacco indiano, che è stato di gran lunga maggiore di quello a cui abbiamo assistito nel 2019, possiamo aspettarci una risposta pakistana considerevole" ha detto a Reuters Michael Kugelman, analista e scrittore dell'Asia meridionale con sede a Washington.
Unanime, a livello internazionale, l’invito alla deescalation. "Il mondo non può permettersi uno scontro militare tra i due Paesi”, ha commentato il segretario Generale dell'Onu Antonio Guterres che si è detto “molto preoccupato” per la situazione.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in una conversazione telefonica con il primo ministro pakistano, ha dichiarato che la Turchia è pronta a fare tutto il possibile per impedire l'escalation delle tensioni e che i suoi contatti diplomatici a tal proposito continueranno.  Ha inoltre manifestato il sostegno della Turchia al Paese elogiando l'approccio cauto e misurato adottato da Islamabad, definendo "appropriata" la proposta pakistana di avviare un’indagine internazionale che sia imparziale, trasparente e credibile sull’attacco terroristico avvenuto nella regione di Jammu e Kashmir. L’attacco terroristico che ha provocato la morte di 26 civili indiani. Ha poi ribadito che la Turchia è pronta a fare tutto il possibile per evitare un’escalation del conflitto.
"Conosco bene entrambi i leader, voglio che lavorino per fermare gli scontri. Se posso fare qualcosa per aiutare, sono pronto", ha commentato Donald Trump nello studio Ovale.

Realizzazione grafica by Paolo Bassani

ARTICOLI CORRELATI

È guerra. L'India bombarda il Pakistan. Islamabad risponde con l'artiglieria e invia i carri armati

Ministro della Difesa pakistano: guerra incombe, useremo l’atomica se la minaccia è esistenziale

Guerra imminente India e Pakistan dopo gli attacchi terroristici in Kashmir. L’ombra degli USA

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos