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Il capo dell’Idf: “Così perdiamo gli ostaggi”. La Francia: “Piano inaccettabile”. Proteste a Gerusalemme

Cala una coltre ancora più tetra sulla Striscia di Gaza, dove solo ieri sono stati uccisi almeno 51 palestinesi in bombardamenti. Il gabinetto di sicurezza israeliano ha dato il via libera all’allargamento su vasta scala dell’offensiva nell’enclave con la possibilità di un’occupazione totale della Striscia. “Solo così sconfiggeremo Hamas e riavremo gli ostaggi”, è la convinzione del premier Benjamin Netanyahu, a cui, dopo 18 mesi di offensiva devastante e inconcludente, credono in pochissimi. Il piano operativo per la prossima fase della campagna nella Striscia, che includerebbe la "conquista di Gaza e il mantenimento dei territori" è stato approvato all’unanimità, riferisce il Times of Israel. Israele controlla già circa la metà del territorio di Gaza, inclusa una zona cuscinetto lungo il confine e tre corridoi che corrono da est a ovest lungo la Striscia. Il via libera al piano è giunto all'indomani dell'annuncio israeliano della mobilitazione di decine di migliaia di riservisti per l'espansione delle operazioni a Gaza, che secondo Israele ha lo scopo di aumentare la pressione su Hamas affinché negozi un cessate il fuoco più in linea con le condizioni dello Stato ebraico. Il piano ha scatenato il terrore nei palestinesi di Gaza e l’ira delle famiglie degli ostaggi ancora in mano a Hamas. Tanto da spingere l’Idf a “correggere” le informazioni diffuse ieri: “Il piano approvato dal gabinetto di sicurezza per l'espansione dell'operazione a Gaza è ampio ma comunque limitato. Non prevede operazioni nelle zone dove si sospetta la presenza di ostaggi. L'Idf passerà da incursioni temporanee alla conquista di aree (ma non dell'intera Striscia), con operazioni di bonifica e attività intensiva nei tunnel". Le decisioni includono anche un nuovo piano per la distribuzione degli aiuti nell’enclave palestinese alla fame a causa del conflitto e del blocco dell’ingresso dei tir umanitari deciso dallo Stato ebraico. Il piano però non prevede il via libera immediato ad alimenti, farmaci e generi di prima necessità. I camion - viene fatto sapere - verranno lasciati entrare solo dopo la conclusione del viaggio del presidente Donald Trump nella regione. Il piano presentato dal Capo di Stato Maggiore delle Idf, il tenente generale Eyal Zamir, prevede anche un nuovo spostamento della popolazione civile verso sud, in quello che moltissimi analisti internazionali hanno definito deportazione. Durante la riunione di gabinetto, c'è stata una "accesa discussione" tra Zamir, e il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir (leader della ultra-destra), dopo che questi aveva detto che non è necessario consentire l'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Secondo Canale 12, il ministro di estrema destra ha affermato che "le riserve alimentari di Hamas dovrebbero essere bombardate" e che Gaza ha "aiuti a sufficienza".


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Zamir avrebbe replicato duramente che "idee come questa mettono in pericolo" Israele. Eppure, riporta l'emittente pubblica Kan, lo stesso Netanyahu è intervenuto per sostenere il suo ministro e dire all'alto ufficiale che "ogni ministro può esprimere la propria posizione". Parole alle quali Zamir ha risposto dicendo che "esiste il diritto internazionale e Israele si impegna a rispettarlo: non possiamo affamare la Striscia". Della stessa idea è anche il procuratore generale Gali Baharav-Miara il quale ha sottolineato che Israele è "obbligato a portare aiuti nella Striscia in base al diritto internazionale". Alla fine il gabinetto ha approvato un piano per riprendere le consegne di aiuti a Gaza, rivedendone al contempo il meccanismo al fine di ridurre al minimo il “dirottamento” da parte di Hamas. Ben Gvir è stato l'unico a votare contro il piano, che verrà attuato "quando la situazione a Gaza lo richiederà". Il capo di stato maggiore Zamir ha anche avvertito i ministri del governo Netanyahu che la nuova operazione a Gaza potrebbe mettere in pericolo gli ostaggi ancora nell'enclave: "Israele potrebbe perdere gli ostaggi se lancia un'operazione su larga scala nella Striscia", ha detto. Lo riferisce Channel 13. Da parte su a Hamas ha detto che i negoziati sulla tregua "non hanno più alcun senso”, ha affermato all'Afp Bassem Naim, membro dell'ufficio politico di Hamas, che fa appello alla comunità internazionale perché prema su Israele per lo stop alla "guerra della fame" nella Striscia di Gaza. "Non ha alcun senso impegnarsi in negoziati, né esaminare nuove proposte di cessate il fuoco mentre prosegue la guerra della fame e la guerra di sterminio nella Striscia di Gaza", ha denunciato Naim, all'indomani dell'annuncio del premier israeliano Benjamin Netanyahu di una "grande offensiva" se non torneranno gli ostaggi. Quindi, il responsabile di Hamas ha rivolto un appello alla comunità internazionale perché "faccia pressione sul governo Netanyahu per mettere fine al crimine di affamare, assetare e uccidere" la popolazione palestinese di Gaza. 


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© Imagoeconomica


Dure condanne della comunità internazionale al piano

Dure le reazioni della comunità internazionale al piano del governo israeliano. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto "allarmato”, ha riferito il suo portavoce Farhan Haq. "Questo porterà inevitabilmente a innumerevoli altri civili uccisi e a una maggiore distruzione di Gaza", ha ammonito. La Striscia di Gaza, ha ricordato, è "parte integrante di un futuro Stato palestinese". "Ciò che sta cercando di fare" il governo israeliano di Benjamin Netanyahu è "distruggere la possibilità fisica dell'esistenza di due Stati, perché continua a distruggere Gaza e compie azioni molto violente in Cisgiordania”, ha detto il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, alla radio spagnola Cadena Ser. "Sta cercando di attuare un piano inaccettabile di sostituzione della popolazione a Gaza", ha aggiunto il politico portoghese, sostenendo che l'Unione Europea, quindi, deve "condannare assolutamente l'atteggiamento di violazione del diritto internazionale di Israele", "appoggiare la soluzione dei due Stati" e "dare appoggio al piano della Lega Araba per la ricostruzione di Gaza". Il ministro degli Esteri francese ha dichiarato che Parigi condanna "molto fermamente" la nuova campagna militare israeliana nella Striscia di Gaza. "È inaccettabile", ha dichiarato Jean-Noël Barrot in un'intervista radiofonica, affermando che il governo israeliano sta "violando il diritto umanitario", dopo che il suo gabinetto di sicurezza ha approvato un piano che, secondo un funzionario israeliano, comporterà "la conquista della Striscia di Gaza e il mantenimento dei territori".

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