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“Siamo arrivati alla fine di questa maratona, che spero sia stata per tutti voi interessante. Sono state esposte molte cose nuove, con altre nuove voci internazionali. Ci diamo un arrivederci, un arrivederci fisico quando potremo rincontrarci, anche se credo non sarà facile riconquistare le libertà costituzionali che sono state sospese, e sappiamo perché.
Già si intravedono segni che ci mostrano le situazioni difficili in cui dovremo combattere per riavere le libertà che sono state sospese.
Dobbiamo sapere che la situazione sarà molto più critica, molto più drammatica.
Incombe una crisi economica di proporzioni gigantesche che coinvolgerà e travolgerà
(temo) l'Italia.
Coloro che stanno utilizzando questa situazione come uno strumento per colpire i più deboli, e i più deboli sono già stati colpiti, coloro che hanno in mano i bastoni del comando li useranno, e quindi sarà compito nostro, tutti insieme, costruire una barriera e una capacità di riscossa. Dobbiamo pensare a una politica diversa per uscire da tale situazione.
Questo convegno si è svolto online, ma ci saranno e dovremo fare in modo che ci siano altri momenti di lotta e di combattimento politico che siano fisici, in cui ci si possa ritrovare e guardare negli occhi”
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Giulietto Chiesa - 25 aprile 2020 durante il Convegno internazionale del 25 Aprile “Liberiamoci dal virus della guerra”





Sono trascorsi cinque anni dalla scomparsa di Giulietto Chiesa, il giornalista che per decenni ha svelato le trame dei "padroni universali". Ironia della sorte, i suoi video, come le interviste realizzate dal nostro direttore Giorgio Bongiovanni, continuano a essere visti da milioni di persone, anche da chi in vita lo bollava come "complottista" o "catastrofista".
In tempi di crisi, la gente cerca risposte, e Giulietto aveva il raro dono di spiegare con chiarezza, una qualità sempre più preziosa in un giornalismo spesso asservito al potere, complice di genocidi e massacri come quello in corso a Gaza.
Le sue analisi – dalla guerra in Ucraina alle tensioni in Medio Oriente, fino allo scontro tra Stati Uniti, NATO e i nuovi poli globali come Russia e Cina – si stanno avverando. Il futuro che descriveva, peggiore delle visioni orwelliane di 1984, è già qui. "Una guerra contro la Russia si combatterà in Europa", avvertiva, sottolineando come gli europei pagheranno il prezzo delle scelte scellerate di Washington.





Nel 2015, Chiesa prevedeva: “Nelle prossime settimane o mesi, potremmo assistere a eventi gravi al confine ucraino, per convincere gli europei a colpire la Russia”. Parole che risuonano tragicamente oggi, in un’Europa ripiombata nell’incubo di un conflitto interno, con il rischio di una guerra mondiale. “Quello che sta accadendo è l’inizio della terza guerra mondiale”, aveva ammonito.
Mentre la maggior parte delle persone scende in piazza per la pace, una politica corrotta le etichetta come “paci-finti” o “filo-putiniane”, criminalizzando il dissenso per lasciare spazio a una pericolosa retorica bellicista che spinge l’Europa verso il baratro.
Cosa avrebbe detto Giulietto sull’elezione di Trump, sull’umiliazione di Zelens'kyj alla Casa Bianca, sul genocidio di Gaza, sulla morte di Papa Francesco e i suoi effetti sugli equilibri globali? La sua voce, come la verità, manca sempre di più.





Il mondo si trova in una crisi profonda - disse all’Università Statale di Vjatka il 6 novembre 2018 - La principale sfida oggi è legata alla minaccia di distruzione dell'umanità, e la velocità con cui ci si avvicina alla catastrofe continuerà ad aumentare. Perché? Perché gli Stati Uniti e i loro alleati non permetteranno a giocatori forti come Russia, Cina, Iran (e forse in futuro anche India) di rafforzare il loro potere militare, né tollereranno la competizione in altri ambiti. Se queste tendenze (sanzioni, consumo sfrenato di risorse, loro esaurimento, violazione dell'equilibrio globale, ecc.) continueranno, l'esito più probabile sarà una terza guerra mondiale. Non fatevi illusioni. Nel mondo non esiste democrazia, non esiste libertà di parola. L’accesso a informazioni affidabili è limitato. La maggior parte delle persone non conosce la reale situazione: il mondo è governato da un piccolo gruppo di individui — i cosiddetti “padroni dell’universo” (Masters of the Universe) — che esercitano un controllo totale su miliardi di persone. A loro interessa solo l’arricchimento personale e la propria sopravvivenza. Dal punto di vista culturale, siamo tutti una "colonia degli Stati Uniti" (se consideriamo il dominio dei film americani e dello stile di vita americano nei media e nei sistemi di comunicazione di massa). È un problema ideologico. Si può parlare di un reale abbassamento del livello intellettuale delle persone praticamente in tutti i paesi. Dal momento che qui è presente la gioventù universitaria, dirò questo: un laureato deve possedere conoscenze e competenze ampie, non specializzazioni ristrette. Bisogna costruire una difesa. Questo significa resistere. Resistere vuol dire combattere. Prima di tutto, contro il diktat dei mezzi di comunicazione di massa. Come, in che modo? Elevando il livello dell'istruzione, sviluppando l'intelligenza, l'autonomia e il pensiero critico”.




Foto © S. F.

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