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Nel Vangelo leggiamo che Gesù si arrabbia di fronte ai venditori che profanano il tempio. Rovescia i tavoli, inveisce: una scena violenta, ma necessaria. “Fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio… gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi...”. Gesù ce l’ha con il potere, con la classe sacerdotale che ha ridotto la fede a un mercanteggiamento; è durissimo contro i corrotti, contro coloro che utilizzano Dio per il potere, la ricchezza, il dominio. L’immagine contro i mercanti del tempio — potremmo dire, contro la Chiesa dell’opulenza e del potere per il potere — è anche un’immagine contro i mercanti di guerra, i guerrafondai, nemici ontologici del Vangelo, così come dei corrotti della politica, delle istituzioni, delle professioni, dell’economia. Questo passo del Vangelo, che racconta di Gesù che ribalta i tavoli indignato contro potere e corruzione, mi ricorda molto l’articolo 3 della Costituzione, che considero un potente inno contro l’indifferentismo e la rassegnazione. Di fronte a una società ingiusta e diseguale sul piano sociale ed economico, e di fronte al mancato sviluppo della persona umana, il Costituente affida alla Repubblica — e quindi a tutti noi, popolo sovrano (art. 1, secondo comma, Cost.) — non solo il diritto, ma il compito di rimuovere gli ostacoli. Ecco allora la rimozione degli ostacoli come atto di militanza individuale e collettiva, da parte di cittadine e cittadini che scelgono di non essere passivi di fronte alle ingiustizie. Lo afferma la Costituzione, che è la legge delle leggi, e lo afferma il Vangelo, con la storia di Gesù. Due testi — laici e cristiani — contro i signori e le signore della guerra, contro corrotti e mafiosi, e contro chi ha costruito un sistema economico e politico di potere nemico dell’umanità e della sua felicità. Rovesciare e rimuovere: l’orizzonte partigiano. 

Tratto da: facebook.com

Foto © Imagoeconomica

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