Sono passati ben 40 anni dalla strage di Pizzolungo in cui morirono Barbara Rizzo di trent’anni, con i suoi figlioletti, i gemellini di sei anni Giuseppe e Salvatore Asta. L'attentato era indirizzato contro l'allora pubblico ministero di Trapani Carlo Palermo; dopo la catastrofe passarono interminabili minuti prima che l’allora giudice si rendesse conto di ciò che accadde. L’autobomba era lì per lui. Ma morirono tre persone innocenti. Le perizie parleranno di quell’attentato come di “una coincidenza di tempi composti irripetibile”. Ma chi volle uccidere l’allora giudice Carlo Palermo? E perché?
La verità giudiziaria è arrivata alle condanne di Salvatore Riina e Vincenzo Virga, accusati di essere i mandanti della strage, mentre Baldassare di Maggio e Antonino Madonia vennero accusati di aver portato a Trapani l'esplosivo Brixia B5 impiegato nell'attentato.
Lo stesso esplosivo che venne usato per la strage del rapido 904 e per la strage di via d’Amelio.
Un nuovo processo individuò Vincenzo Milazzo, Gioacchino Calabrò e Filippo Melodia come esecutori materiali della strage ma non più processabili in quanto irrevocabilmente assolti nel primo processo a Caltanissetta. Il 13 novembre del 2020 al processo “quater” sull’attentato, il boss dell'Acquasanta, Vincenzo Galatolo, oggi al 41 bis, venne condannato a 30 anni in qualità di mandante della strage. La condanna di Galatolo venne consacrata in sede definitiva il 14 giugno 2023.
Tuttavia ancora oggi non si conoscono i mandanti esterni di quella strage; ma i motivi potrebbero essere abbastanza intuibili.
Per comprendere le dinamiche e i motivi di quella strage occorre tornare indietro e ripercorrere le logiche del sistema criminale che ha ordinato ed eseguito la strage.
Le indagini portarono ad un quadro estremamente vasto che abbracciò tutto lo stivale Italiano, da Trento a Trapani, tutta l’Europa dell’Est arrivando in Russia, e ancora, il medio Oriente, il Libano e la Turchia, fino agli Stati Uniti. Tutti legati dal filo mortale del traffico di droga e di armi.
"Chi c'è dietro la strage di Pizzolungo? - aveva chiesto Palermo ai nostri microfoni - È molto semplice. Basta prendere il nome del direttore della Nato che c'era nel 1985, l'epoca dell'attentato, e vedi che con due passaggi semplici arrivi al Duca di Kent. La sovrapposizione tra Nato e massoneria è scritta. Non ipotizzata da me, ma scritta nel ruolo rivestito dalle persone. È scritto nella nostra storia. I nostri servizi nel '43 sono nati dai servizi americani".
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