Nel giorno dell’Eid la manifestazione in ricordo della “Giornata della Terra”, dura critica a Lagalla: “Ha fatto orecchie da mercante ai nostri appelli”
La comunità palestinese di Palermo scende di nuovo in corteo per condannare il genocidio nella striscia di Gaza e la pulizia etnica ad opera di Israele in tutta la Palestina. Per la manifestazione è stata scelta una data non casuale. Il 30 marzo, infatti, per i palestinesi è la “Giornata della terra” e ricorda un episodio drammatico e più volte ripetutosi nel corso degli ultimi 49 anni, quando nel 1976 una protesta di contadini contro il piano di esproprio israeliano in Galilea per espandere gli insediamenti sionisti fu brutalmente repressa delle forze israeliane ferendo numerosi abitanti e causando sei morti.
“La Giornata della Terra ha segnato un punto di svolta nella lotta palestinese e noi la celebriamo come una giornata di azione unitaria che unisce i palestinesi di tutto il mondo e le persone di tutto il mondo in solidarietà con la Palestina”, afferma la comunità palestinese della città in un comunicato. Il corteo è partito da piazza Sant’Antonino e ha visto la partecipazione di centinaia di persone, tra collettivi cittadini e regionali ma anche diversi membri della comunità musulmana locale che hanno celebrato l’Eid scendendo in piazza.
Diversi i punti politici rivendicati, a partire dal cessate il fuoco e la fine dell’occupazione, l’apertura dei valichi per gli aiuti umanitari, l’avvio di inchieste indipendenti sui crimini di guerra nei tribunali internazionali, la scarcerazione dei prigionieri politici, delle donne e dei minorenni. E poi i capi saldi storici ed irrinunciabili di tutto il popolo palestinese: la fine della colonizzazione e il diritto al ritorno dei profughi (Risoluzione ONU 194). “Oggi siamo in piazza per denunciare il genocidio del popolo palestinese da parte dell'entità sionista e dei suoi alleati, che continua in un vergognoso silenzio”, dice Jamil El Sadi della comunità e di Our Voice.
“Dal primo giorno di cessate il fuoco, Israele ha violato ripetutamente gli accordi a danno del popolo palestinese: ha chiuso i valichi, impedendo il passaggio di aiuti essenziali; ha bloccato l’ingresso di case mobili e macchinari utili a rimuovere le macerie; ha promosso un piano di pulizia etnica, apertamente sostenuto dagli Stati Uniti; e ha avviato una delle operazioni offensive più imponenti dalla seconda Intifada”, afferma al microfono alla testa del corteo.
“E come se non bastasse - aggiunge - Israele da giorni ha ripreso a bombardare la Striscia di Gaza alimentando una crisi umanitaria senza precedenti”. Sono oltre 142.000, infatti, i palestinesi sfollati nell'ultima settimana, mentre i morti dall’interruzione della tregua il 18 marzo hanno superato quota 900, tra cui 180 bambini uccisi solo nel primo giorno di bombardamenti. Oltre 50mila sono invece i palestinesi uccisi dal 7 ottobre ad oggi (ma se ne stimano almeno il doppio). “Non numeri, ma persone. Uomini, donne, bambini”, esclama il giovane. Sul punto, la comunità palestinese di Palermo, assieme alle varie realtà associative e sindacali del capoluogo siciliano, accusa il governo italiano e le sue istituzioni di complicità con il genocidio. “Utilizzano i nostri porti, i nostri spazi aerei e le armi prodotte nel nostro Paese per contribuire all’uccisione e all'oppressione del popolo palestinese”, denuncia la comunità palestinese rappresentata dall’associazione Voci nel Silenzio. Siamo “un popolo che da oltre 76 anni si fa carico delle colpe dell'occidente e dell'indifferenza del mondo”, afferma ancora Jamil El Sadi.
Adham Darawsha
Adham Darawsha, già assessore alla cultura di Palermo e anch’egli membro della comunità, attacca duramente la giunta comunale una volta che il corteo è arrivato ai piedi di Palazzo Comitini.
“Ho voluto parlare di fronte a questa sede dove siedono persone fetenti e sporche perché il Comune di Palermo in un anno e mezzo di genocidio è stato latitante e omertosa. La nostra città dove viviamo e abbiamo vissuto tutti per anni la solidarietà per la Palestina, gemellata con Khan Younes, è omertosa. Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha fatto orecchie da mercante per un anno e mezzo a tutti i nostri appelli”, dichiara. “Quelli che non vedono il genocidio oggi a Gaza sono gli stessi che 80 anni fa non volevano vedere l’olocausto. E’ lo stesso crimine, e noi a Palermo vogliamo dire basta".
Foto © Our Voice
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