Passa da Firenze a Milano l'inchiesta nei confronti dell'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri e della moglie Miranda Ratti accusati di non aver dichiarato ai fini fiscali un ammontare complessivo di 42.679.200 euro come variazione del reddito, così violando la legge Rognoni-La Torre sulle misure antimafia. Lo ha stabilito oggi il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Firenze, Anna Liguori, durante l'esame della richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura del capoluogo toscano. La giudice ha accolto l'istanza dei difensori - gli avvocati Filippo Dinacci e Francesco Centonze per Dell'Utri e gli avvocati Tullio Padovani e Ludovica Beduschi per Ratti - che nella precedente udienza del 18 febbraio scorsi avevano sollevato l'eccezione di incompetenza territoriale di Firenze, chiedendo che il procedimento fosse trasmesso al Tribunale di Milano. "Il procedimento a carico di Marcello Dell'Utri è da svolgersi a Milano, luogo di residenza del nostro assistito e luogo dove sarebbero state commesse le condotte contestate dalla procura - avevano argomentato gli avvocati Centonze e Dinacci - Questo procedimento è radicato a Firenze solo per la contestazione di aggravante delle stragi". Il sostituto procuratore Lorenzo Gestri si era opposto alla richiesta dei difensori riaffermando la competenza territoriale fiorentina. La gup si era riservata la decisione, dando infine ragione alle difese degli imputati e ordinando la trasmissione degli atti al Tribunale milanese.
Nel marzo 2024 la Dda aveva ottenuto dal gip del Tribunale di Firenze, Antonella Zatini, il sequestro preventivo di 10,8 milioni di euro individuati nei flussi nei conti correnti di Dell'Utri e di sua moglie. L'inchiesta era stata portata avanti dai procuratori aggiunti Luca Turco (in pensione dallo scorso dicembre) e Luca Tescaroli (ora alla guida della Procura di Prato) e dal sostituto procuratore Leonardo Gestri, rimasto l'unico titolare del fascicolo. Nell'atto di chiusura delle indagini sul flusso di denaro che per anni è intercorso tra l'ex presidente del Consiglio e il suo storico braccio destro, frutto secondo la ricostruzione proprio di un debito di riconoscenza per il silenzio mantenuto dall'ex senatore di Forza Italia di fronte agli inquirenti, la Direzione distrettuale antimafia di Firenze ha ipotizzato "l'aggravante di aver commesso i delitti di trasferimento fraudolento al fine di occultare la più grave condotta di concorso nelle stragi ascrivibile a Silvio Berlusconi e allo stesso Dell'Utri, per la quale Berlusconi è stato indagato unitamente al medesimo Dell'Utri, sino al momento del suo decesso avvenuto in epoca successiva all'ultima elargizione contestata, costituendo le erogazioni di quest'ultimo il quantum percepito da Dell'Utri per assicurare l'impunità a Silvio Berlusconi".
Oltre alla violazione della normativa antimafia, per la mancata comunicazione delle variazioni patrimoniali nonostante la condanna definitiva per concorso in associazione mafiosa (da qui il sequestro di parte delle somme, circa 10,8 milioni), i pubblici ministeri fiorentini hanno formulato una seconda imputazione, quella di intestazione fittizia di beni. Il reato in questo caso è legato a 15 bonifici, per un totale di 8 milioni di euro, versati da Berlusconi a Miranda Ratti, con l'obiettivo secondo gli inquirenti di "eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione". Le transazioni finanziarie erano state ricostruite da una perizia disposta dalla Procura. Dell'Utri avrebbe avuto incrementi patrimoniali per circa 42 milioni, legati in larga parte ai versamenti fatti da Berlusconi tra il 2012 e il 2021 (circa 28 milioni di euro). Causa prescrizione, la Procura di Firenze si è concentrata sulle somme raccolte dal 2017, 13,4 milioni. Sulle somme di denaro si era soffermata anche la Dia, che in un'informativa aveva giudicato quelle elargizioni "sicuramente connesse a un riconoscimento anche morale, l'assolvimento di un debito non scritto, la riconoscenza, per quanto riguarda l'ultimo periodo, per aver pagato un prezzo connesso alla carcerazione, senza lasciarsi andare a coinvolgimenti di terzi".
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