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Il giornalista è stato querelato per diffamazione per le frasi a "Otto e mezzo"

di Francesco La Licata

Si arricchisce di un nuovo capitolo il nuovo e recente vezzo politico (più frequente nella compagine governativa) di trascinare in Tribunale i giornalisti e gli intellettuali che si permettono di raccontare fatti poco graditi agli "eletti dal popolo". Mercoledì 19 marzo, alla Procura di piazzale Clodio di Roma, sarà la volta del giornalista e saggista Saverio Lodato, personaggio di spicco del drappello di cronisti che da decenni raccontano fatti e misfatti legati alla mafia e alla sua consolidata prerogativa di contagio nei confronti della società civile e della politica.
Lodato è stato querelato per diffamazione dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo (molto vicina a Giorgia Meloni), che si è sentita offesa e, appunto, diffamata dal giornalista che, durante una puntata della trasmissione "Otto e mezzo", l’ha definita amica di Luigi Ciavardini, il terrorista nero condannato in via definitiva per la strage di Bologna del 2 agosto 1980.
Dice in sostanza la presidente: "Ciavardini non è mio amico". Replica Saverio Lodato che questa impressione ha ricavato da una foto che la ritrae in posa confidenziale col terrorista. La stessa impressione, in verità, avevano ricavato anche i familiari delle vittime dello stragismo nero e mafioso, quando hanno contestato la nomina della Colosimo a presidente di una Commissione parlamentare che dovrebbe occuparsi principalmente delle stesse stragi.
In quella occasione le polemiche erano state alquanto feroci. Ma, tranne clamorose smentite, nessuno dei familiari delle vittime di mafia è stato raggiunto da querele o denunce di altro tipo. Anzi la presidente aveva sentito la necessità di dichiarare il proprio rammarico, pur smentendo la presunta amicizia col terrorista, per quelle polemiche che venivano da persone verso cui "va tutto il mio rispetto". Coi giornalisti, però, usa tutto il suo potere, dimenticando persino di aver lei stessa definito pubblicamente quella foto "poco istituzionale" tanto da esserne rimasta "sorpresa".
Ma forse la "colpa" maggiore di Lodato è un’altra: il giornalista ha raccontato la battaglia interna alla Commissione antimafia tra la presidenza e gli ex giudici Scarpinato e De Raho (oggi senatori) che la maggioranza vorrebbe dichiarare "incompatibili" a causa della pregressa attività investigativa di magistrati che mette in evidenza il coinvolgimento, nello stragismo mafioso, di quell’ambiente neofascista che ha consentito il proliferare dei Ciavardini e di tanti altri.

Tratto da: Lastampa.it

Foto © Paolo Bassani

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