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Occultare le zone di sbarco della struttura paramilitare Gladio con l'illegittimo uso del 'segreto di Stato'.
Obliterare i nomi anche se collegati a stragi e omicidi eccellenti.
Il governo guidato da Mario Draghi, come ha raccontato l’ex magistrato Carlo Palermo nell’ultimo episodio della sua rubrica de ‘L’Altra Storia d’Italia’, ha desegretato nel 2021 numerosi atti provenienti dagli stessi apparati Gladio.
Da questi atti emergerebbe una "sovrapposizione tra i poteri occulti” che rivelerebbero connessioni tra entità non ufficiali o clandestine (i "poteri occulti") e eventi storici italiani.

Le basi clandestine di Gladio

Nel video si cita l’"operazione Silvestar", che avrebbe avuto origine tra la fine del 1969 e l’inizio del 1970. Questa operazione sembra collegata a Gladio, la cui esistenza è stata accertata sia dalla magistratura che da organi parlamentari italiani negli anni ‘90. Il testo collega la "linea gotica" – una linea difensiva costruita dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale per fermare l’avanzata degli Alleati (americani, canadesi e inglesi) nella liberazione dell’Italia – alla struttura di Gladio. Si afferma che questa linea coincide con le basi o le attività di Gladio. Inoltre, viene menzionata un’altra linea difensiva tedesca, chiamata "linea Hitler", situata più a sud, che collegava Terracina (sul Tirreno) a Ortona (sull’Adriatico). Questo suggerisce che le fortificazioni tedesche della Seconda Guerra Mondiale potrebbero essere state riutilizzate o abbiano ispirato le basi operative di Gladio durante la Guerra Fredda.
Queste zone sono state definite "beni culturali dello Stato" e sono individuabili tramite cartografie curate dalle pubbliche amministrazioni.
Dal momento che queste zone sono state definite "beni culturali dello Stato" è stato possibile applicare il segreto di Stato in base all’articolo 122 del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Da qui i documenti con i numerosi ‘omissis’.
Palermo ha criticato questa scelta, sostenendo che l’uso del segreto di Stato per proteggere i nomi di funzionari pubblici sia una forma di falsificazione o soppressione di prove e che ciò servirebbe a coprire responsabilità in "stragi di Stato eversive dell’ordine democratico", come attentati terroristici o operazioni illegali condotte da Gladio o servizi segreti.
Secondo Carlo Palermo, il richiamo di Draghi al Codice dei beni culturali per giustificare l’obliterazione dei nomi nei documenti desecretati sarebbe "errato e illegittimo". E sostiene che tali obliterazioni coprano non solo luoghi (come fortificazioni o beni culturali usati per operazioni clandestine), ma anche responsabilità personali in atti eversivi, terroristici o mafiosi, configurabili come "operazioni di guerra non ortodossa" condotte da membri dei servizi segreti, al di fuori del controllo democratico.
Tutto questo si intreccia con gli eventi della stagione stragista del 1992-’94 e di un particolare evento che forse oggi non viene adeguatamente valorizzato: il 2 giugno 1992, Draghi partecipò a una riunione sul panfilo Britannia, di proprietà della regina d’Inghilterra, insieme a banchieri e finanzieri internazionali. In quell’occasione, si dice che abbia delineato il piano di privatizzazioni delle aziende statali italiane (come IRI, ENI, ENEL), un processo che segnò una svolta economica per il paese, aprendo la strada a una maggiore influenza del mercato privato.

Rubrica L'ALTRA STORIA D'ITALIA di Carlo Palermo

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