Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

"Veniva stroncata così il 10 marzo 1948 la vita del contadino sindacalista socialista Placido Rizzotto. Una scena drammatica rivissuta da centinaia di migliaia di telespettatori nel film televisivo del regista Pasquale Scimeca. Reduce della seconda guerra mondiale e della resistenza partigiana, Rizzotto era ritornato a Corleone. Aveva iniziato a guidare i contadini e si era battuto per far applicare in Sicilia, la terra del diritto negato, i decreti, firmati nel 1944 dal ministro comunista dell'Agricoltura Fausto Gullo, nel secondo governo Badoglio, con i quali era stato previsto l'obbligo di cedere in affitto alle cooperative contadine le terre incolte o mal coltivate dai proprietari, l'ammasso dei cereali nei 'granai del popolo' e una più equa distribuzione del raccolto tra mezzadri e proprietari".
Così ha scritto il procuratore della Repubblica di Prato Luca Tescaroli in un articolo pubblicato su 'Repubblica'. 

Dopo la guerra Rizzotto tornò a Corleone dove assunse il ruolo di leader del movimento contadino, e da segretario della Camera del Lavoro di Corleone, iniziò anche a contrastare apertamente gli uomini di mafia, in particolare il boss Michele Navarra e il suo giovane affiliato Luciano Liggio, uno dei criminali più spietati della mafia siciliana, noto soprattutto per la brutalità con la quale controllava il suo territorio. Non a caso, Liggio, è stato anche uno dei principali artefici della scalata al potere dei Corleonesi. Liggio, infatti, venne arrestato più volte, riuscendo sempre a evadere o a ottenere il rilascio, Questo, fino al 1974, quando venne definitivamente catturato e condannato all'ergastolo per diversi omicidi, tra cui quello di Rizzotto. Per decenni, il corpo di Placido Rizzotto non fu mai ritrovato. Solo nel 2009, durante degli scavi in una grotta a Corleone, furono individuati resti compatibili con la sua scomparsa. Nel 2012, grazie alle analisi del DNA, venne confermato che si trattava delle sue spoglie e, il 24 maggio dello stesso anno, gli furono resi onori con i funerali di Stato. Un tributo necessario e doveroso per commemorare un uomo giusto, che lottò per i valori della Resistenza antifascista e per la democrazia. Dopo di lui, la sua eredità fu raccolta da Pio La Torre, che continuò la battaglia contro la mafia con lo stesso coraggio e determinazione.

Il potere reazionario, che mai ha accettato la Costituzione repubblicana, "con l'ausilio di una mafia feroce e del banditismo, in un quadro di collusioni istituzionali, l'aristocrazia del latifondo arginò il fenomeno e il pericolo dell'affermazione comunista con il ricorso ad una strategia terrorista ed eversiva. Si susseguirono trentasei assassini in tre anni dal 1945 al '48, altri cinque se ne contarono tra il 1955 e il 1966: i sindacalisti più impegnati nelle province di Trapani, Palermo ed Agrigento; dirigenti politici della sinistra, operai, contadini. La strategia della tensione ebbe le sue manifestazioni più cruente nella strage di Portella delle Ginestre (in cui morirono in undici, due erano bambini) e nell'assalto alle Camere del Lavoro. Rizzotto fu uno dei dirigenti più in vista, divenne uno dei punti di riferimento delle masse contadine affamate", ha scritto il magistrato.

Fonte: Repubblica.it

Foto © Piero Di Stefano

ARTICOLI CORRELATI

Placido Rizzotto: il sindacalista che sfidò la mafia

Placido Rizzotto e quell'ostinato dovere della memoria

A Corleone sezione dell'Anpi intitolata a Placido Rizzotto

10 Marzo - Corleone ricorda il sindacalista Placido Rizzotto

 

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos