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Il giornalista de Il Manifesto: “Netanyahu detta l’agenda mediorientale e Trump gliel’appoggia”

Volodymyr Zelensky è andato alla Casa Bianca abbastanza impreparato, anche a causa degli europei. Noi europei siamo stati usati da Zelensky come una sorta di bancomat per ritirare armi e denaro per tre anni, ma poi l’Europa non si è dimostrata politicamente efficace nel supportarlo dal punto di vista politico”. Così Alberto Negri, giornalista de Il Manifesto, per lunghi anni corrispondente del Sole 24 Ore in Asia centrale, Medio Oriente e Balcani. Ai nostri microfoni, Negri ha commentato lo scontro alla Casa Bianca tra il presidente ucraino e il suo omologo statunitense Donald Tump. La mancata preparazione di Zelensky “è stato un grosso errore da parte dell’Unione Europea, che rivela tutta la sua inconcludenza”. “Prima di andare alla Casa Bianca, ci voleva un briefing dettagliato affinché Zelensky si presentasse preparato. Poi c’è un’altra considerazione, forse la più importante: non aver capito niente del cambio geopolitico in corso. Un cambiamento che era già intuibile dal voto che si era svolto alle Nazioni Unite proprio sull’Ucraina lo scorso 24 febbraio. All’assemblea era stata votata una risoluzione di condanna dell’occupazione territoriale e della violazione della sovranità dell’Ucraina, ma alcuni paesi hanno votato contro. E quei paesi erano Stati Uniti e Israele. Da ciò si capisce che c’è un accordo tra Stati Uniti, Israele e la Russia. Quindi, in questo triangolo, Zelensky non ha capito che il vento è completamente cambiato con l’ascesa di Trump alla Casa Bianca”. Secondo Negri, allo Studio Ovale “Zelensky doveva dare il messaggio di essere pronto a cambiare direzione, anche perché tutto quello che sta facendo non dipende solo da lui, ma dai suoi alleati americani ed europei. Pertanto, doveva in qualche modo adattarsi alle loro direttive. E in questo gli europei sono stati assolutamente deficitari”. Nel corso dell’intervista, il giornalista ha parlato anche del BRICS, del genocidio a Gaza e dell’influenza di Israele nei palazzi del potere americano. “Il progetto di Grande Israele forse viene ancora prima del MAGA, il famoso ‘Make America Great Again’”, ha affermato Negri. “È talmente forte che abbiamo capito perfettamente chi comanda a Washington. Netanyahu detta l’agenda mediorientale e Trump gliel’appoggia. Questa è una cosa molto seria. Nel mondo di Trump non esistono amici o alleati, ma ce n’è uno che comanda su Trump stesso, ed è Israele. Questo bisogna metterselo bene in testa”.

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