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Intervista esclusiva all’ex ambasciatrice italiana in Svezia e Belgio

Donald Trump in Ucraina è coerente, ha veramente rivoluzionato quella che è la politica neoconservatrice che si è espressa dal ’91 in poi: sia attraverso i democratici sia attraverso i repubblicani. La sua amministrazione ha chiaramente detto che per quel che riguarda la Russia bisogna riconoscere le ragionevoli preoccupazioni di sicurezza della Federazione e quindi l’adesione dell'Ucraina alla NATO è fuori discussione”. A parlare ai microfoni di ANTIMAFIADuemila è Elena Basile, già ambasciatrice italiana in Svezia e Belgio, nonché scrittrice ed esperta di politica internazionale. Si è detta non stupita dall’acceso confronto tra il Tycoon e Zelensky nello studio ovale della Casa Bianca.


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Abbiamo visto un Trump nudo - spiega -, discutibile da tanti punti di vista, ma che rappresenta un potere nuovo, non un potere radicato negli Stati Uniti. Il potere radicato era quello dei democratici, era quello del ‘Deep State’, quindi le agenzie di sicurezza, la burocrazia del Pentagono, la burocrazia del Dipartimento di Stato, che hanno sempre rappresentato un potere altro rispetto al Presidente, basti ricordare dell'omicidio di Kennedy”. Trump, continua, “ha smontato tutta la propaganda dell'amministrazione democratica precedente di Joe Biden, riflessa in Europa senza praticamente nessun filtro”. 


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Non un santo, dunque, ma nemmeno un dittatore. Piuttosto, un imprenditore miliardario che fa gli interessi del suo elettorato, che non vuole intervenire negli scenari di guerra. O almeno quello Europeo. In Palestina, infatti, la politica Usa con Trump pare non aver grandi cambiamenti rispetto all’amministrazione Biden. Di certo non in meglio.


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Purtroppo, il Medio Oriente - continua Basile - farà una politica ancora più dura di quella di Biden, almeno per come si presenta”. “Israele quasi mai ha rispettato gli accordi presi. Di solito li rispetta per avere degli interessi - in questo caso la liberazione degli ostaggi -, dopodiché cerca con provocazioni varie di ritornare a quello che è ormai un obiettivo appurato di questa classe dirigente israeliana: pulizia etnica - spiega -. Per restare al potere Netanyahu ha bisogno che la guerra continui. Cosa succederà? Io sono pessimista, penso che Netanyahu farà di tutto per riprendere il genocidio. L'unica mia speranza è che Trump non si faccia trascinare in una guerra contro l'Iran. Almeno per ora gli interessi statunitensi non vertono per una guerra contro l'Iran, da questo punto di vista forse riuscirà a negoziare con i suoi finanziatori”.

In foto: la visita di Zelensky negli Stati Uniti d'America © Imagoeconomica

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