Cresce l’apprensione per le condizioni cliniche di Papa Francesco, ormai ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma dal 14 febbraio a causa di una polmonite bilaterale.
"La notte è passata in silenzio, il papa ha riposato", ha detto l'ufficio stampa della Santa Sede in una breve dichiarazione domenica mattina presto, senza offrire dettagli sul suo stato di salute.
Il Pontefice rimane, tuttavia, in condizioni “critiche” dopo aver sviluppato una crisi respiratoria asmatica sabato 22 febbraio, per la quale ha anche ricevuto trasfusioni di sangue al fine di combattere la conseguente anemia dovuta alla mancanza di ossigeno nel sangue.
Nonostante il quadro clinico complesso Francesco è rimasto vigile e ha trascorso parte della giornata in poltrona, sebbene “più sofferente rispetto al giorno precedente”.
"Un mondo dove per gli avversari c'è solo odio è un mondo senza speranza, senza futuro, destinato ad essere dilaniato da guerre, divisioni e vendette senza fine, come purtroppo vediamo anche oggi, a tanti livelli e in varie parti del mondo", ha scritto nel testo dell’omelia preparata per il Giubileo dei diaconi, letto questa mattina da mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l'evangelizzazione, nella messa presieduta nella basilica di San Pietro.
"Per crescere insieme, condividendo luci e ombre, successi e fallimenti gli uni degli altri, è necessario saper perdonare e chiedere perdono, riallacciando relazioni e non escludendo dal nostro amore nemmeno chi ci colpisce e tradisce", prosegue la lettera.
Fisichella, prima di leggere l’omelia, ha espresso la vicinanza dei fedeli al Papa: “(lo sentiamo - ndr), benché in un letto d’ospedale, vicino e in mezzo a noi. Questo ci obbliga a rendere ancora più forte e intensa la nostra preghiera perché il Signore lo assista nel momento della prova e della malattia”.
Corale è stata la solidarietà dei fedeli, da Washington alle parrocchie di tutto il mondo dove in molti si sono uniti nella devozione per il Santo Padre. “Preghiamo per il Papa”, ha dichiarato anche la portavoce della Casa Bianca Caroline Leavitt, aggiungendo che il presidente Donald Trump è stato aggiornato sulle condizioni di Francesco e che presto rilascerà una dichiarazione ufficiale.
Ottimista lo pneumologo Michele Vitacca sulle sue condizioni che descrivono il quadro generale di un mantenimento delle funzioni vitali, grazie al supporto importante dell’ossigeno. “Di certo c’è stato un peggioramento, ma nulla che non si possa risolvere”, afferma in un’intervista su Repubblica.
Il fronte in Vaticano che paventa le sue dimissioni
Non sono tuttavia le condizioni di salute a preoccupare maggiormente il Pontefice.
“Sono ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene”, aveva confidato alla Premier Giorgia Meloni che era andata a trovarlo al Gemelli.
A rompere il silenzio sull’ipotesi delle dimissioni, da Francesco sempre scongiurata, era stato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della cultura. “Se è verosimile l’ipotesi che Papa Francesco si possa dimettere? Io penso che possa farlo perché è una persona che, da questo punto di vista, è abbastanza decisa nelle sue scelte”. Ha affermato, aggiungendo che, se le condizioni di salute dovessero compromettere la sua capacità di comunicare e governare, Bergoglio potrebbe considerare l’ipotesi di rinunciare.
Dello stesso avviso è il cardinale Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, secondo cui “tutto è possibile. Se ritiene che sia la migliore cosa per il bene della Chiesa, lo farà”.
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