Il libro del Generale del Ros presentato alla Sala del Carroccio al Campidoglio
Uomini che formalmente svolgono delle funzioni al servizio dello Stato ma che in realtà eseguono, sotto traccia, altri tipi di attività.
Uomini 'in nero' che lasciano segni del loro passaggio.
Con questi segni il generale del Ros dei Carabinieri oggi in quiescenza Michele Riccio e la scrittrice - nonché biografa di Tina Anselmi - Anna Vinci hanno ricostruito la natura di potere occulto descritto con dovizia nel libro "La strategia parallela – Il progetto occulto di assalto alla Repubblica", pubblicato da Zolfo Editore e presentato ieri presso la Sala del Carroccio al Campidoglio di Roma.
L'incontro è stato moderato dal giornalista già senatore del Partito Democratico Roberto Di Giovan Paolo ed ha visto la partecipazione dell'editore della casa editrice Lillo Garlisi.
"In questo libro si riavvolge il nastro" e "andiamo a toccare veramente tutti i nodi della storia d'Italia". "Unendo i puntini ne esce un quadro e un disegno devastante" una "storia drammatica", ha commentato.
L'evento è stato aperto dall'intervento di Antonella Melito, vice presidente della commissione urbanistica di Roma che, invece, ha anche sottolineato l'importanza della figura del generale Michele Riccio: "Quello che è presentato oggi è un libro - verità e la storia di questo uomo, della sua tenacia e del suo coraggio". Una "testimonianza importante" che ci costringe a riflettere sui momenti più bui della nostra storia recente e remota.
Una storia caratterizzata da stragi di Stato, trattative con la mafia, omicidi eccellenti, golpe, apparati di sicurezza deviati che si muovono all'ombra dei palazzi del potere.
Non si tratta di un "altro Stato che si riunisce e organizza le cose" ma diversi attori che in un dato momento della storia hanno avuto una serie di "convenienze", ha commentato il moderatore.
Silvia Fasulo
Convenienze che possono essere immaginate come tanti "puntini da unire" e che sto "tutt'ora unendo" ha sottolineato Riccio: tra questi l'esistenza di una "trattativa che tutt'ora continua" tra pezzi dello Stato Italiano e forze antagoniste alla Repubblica tra cui mafia, formazioni terroristiche, massonerie deviate e anche autorità americane.
"Nel '45, quando il fascismo terminò la sua esperienza" l'Italia venne occupata dagli americani e perse "la sovranità nazionale"; da quel momento si riorganizzò in chiave anticomunista, ha detto il generale richiamando lo spettro di Gladio e delle stragi neofasciste (Portella della Ginestra, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Questura di Milano, Bologna etc...) che avevano lo scopo di fermare l'attuazione pratica della Costituzione repubblicana.
Dopo la caduta del muro di Berlino, 1989, questi poteri che fino a quel momento avevano come nemico il comunismo si sono dovuti riorganizzare e per poterlo fare hanno creato "alleanze anche con la criminalità organizzata". Anche "le massonerie hanno avuto un ruolo importante: hanno fatto da collante e hanno funzionato anche come centro di reclutamento" di "tutti gli anti-comunisti".
"Dopo il crollo del muro di Berlino ci sono stati anche dei cambiamenti, anche all'interno dei servizi segreti" ha detto Riccio rispondendo ad una domanda di Stefano Mormile (presente tra il pubblico) il fratello dell'educatore carcerario Umberto Mormile, assassinato l'11 aprile 1990.
Gli 007, sempre secondo Riccio, da quel momento in poi non sono stati "fedeli all'Italia" poiché la politica "americana è sempre quella più preponderante" nel nostro Paese.
Riccio ora è in quiescenza ma, ha detto alla fine, non smetterò di essere "vicino a personaggi come il dottore Nino Di Matteo o a giornalisti come Giorgio Bongiovanni" (direttore di ANTIMAFIADuemila); "persone che hanno sacrificato sè stessi e la famiglia" ricevendo "anche minacce".
Roberto Di Giovan Paolo
Michele Riccio: un servitore dello Stato con la schiena dritta
Io ho avuto "la fortuna di seguirlo sin da bambino, ascoltando le sue parole" e sono riuscita a "entrare in qualche modo non tanto nella storia di Michele Riccio" ma "attraverso" la sua psicologia ho potuto capirlo: lui non si è mai limitato a fare "quello che doveva fare”, era "curioso" ma anche "ribelle" e "dotato anche di fantasia", come gli disse una volta il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa.
Si è trattato di un uomo, ha ricostruito la scrittrice Anna Vinci, che ha vissuto in "un potere così forte, l'Arma dei Carabinieri" ma che nonostante questo non ha rinunciato alla sua "integrità e alla ricerca della verità".
Tale attitudine si incrocerà nel 1993 con Luigi Ilardo, boss di Cosa nostra passato dalla parte dello Stato come infiltrato nell'organizzazione criminale.
Michele Riccio
Grazie a lui il Ros riuscì a catturare molti boss latitanti della Sicilia orientale.
Il confidente portò l'Arma all'uscio della porta del super boss Bernardo Provenzano ma i Carabinieri non lo arrestarono.
Riccio, ha concluso l'avvocato Silvia Fasulo, è una "persona timida e trasparente che non finge e non fingerà mai. Quando lui ha sostenuto una tesi l'ha sempre portata ai magistrati".
Il generale "non si è mai piegato" ed è per "questo che il potere traversale ha cercato di delegittimarlo così come aveva fatto con Falcone e altre persone".
Foto © Imagoeconomica
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