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Il dado è tratto per un passo decisivo verso la pace in Ucraina. La chiamata a sorpresa di Donald Trump a Vladimir Putin ha rappresento un fulmine a ciel sereno per tutta l’élite europea e Kiev in primis.
Volodymyr Zelensky
, a margine del successivo colloquio con il tycoon, che lo ha avvisato della telefonata con il leader del Cremlino, ha subito mostrato ai giornalisti un volto funereo.
"Non è una cosa molto carina", ha detto il leader ucraino, commentando il fatto che Trump abbia chiamato prima Putin e poi lui. "Le chiamate sono chiamate, capisco tutto, ma gli incontri sono una priorità per noi, Ucraina-America. E solo dopo tali incontri, sviluppando un piano su come fermare Putin, allora sarà giusto”.
Ma, nei fatti, l’intero continente è lasciato a margine delle trattative tra le due superpotenze e ciò che fino a poche settimane fa era considerato tabù, è ora annunciato apertamente dalla nuova amministrazione statunitense.
L'adesione dell'Ucraina alla Nato "non sarebbe funzionale", ha detto Trump, parlando con i giornalisti nello Studio Ovale e rimarcando le parole del nuovo capo del Pentagono, Pete Hegseth, che alla riunione del gruppo di contatto sull’Ucraina, presieduto dalla Gran Bretagna a Bruxelles, ha definito anche “irrealistica” l’ipotesi di riportare il Paese ai confini precedenti l’invasione russa.
Inedito per un segretario alla difesa USA, tenere un discorso tanto solenne e incalzante sulla necessità di far cessare “lo spargimento di sangue”, poiché la guerra è giunta “a un momento critico”.
Per iniziare i negoziati in Ucraina, non sono richieste concessioni dalla Russia”, ha poi annunciato Hegset al vertice della NATO, sconfessando di fatto l’ipotesi paventata da Zelensky di ottenere uno scambio di territori con le regioni occupate del Kursk. 


Kiev rifiuta i negoziati senza la sua partecipazione

Dichiarazioni che, secondo il quotidiano Politico, hanno generato shock tra gli alleati europei, critici con l’approccio diretto con Putin su un piano di pace, riservando a Zelensky solo un ruolo secondario.
Ma da Kiev è arrivata la pronta risposta. L'Ucraina non accetterà alcun negoziato di pace bilaterale senza la propria partecipazione” ha detto il leader ucraino durante una visita alla centrale nucleare di Khmelnitsky. ''Lo dico molto chiaramente ai nostri partner. Qualsiasi negoziato bilaterale sull'Ucraina (che avvenga) senza di noi non lo accetteremo", ha continuato il presidente ucraino.
Come riportato da Bloomberg, su questo punto, l’inquilino della Casa Bianca ha fornito garanzie che Kiev avrà un posto al tavolo delle trattative, seppur secondario. Riguardo alla telefonata con il Cremlino prima di sentire Zelensky, ha assicurato, volevo “assicurarmi che anche Putin volesse un accordo”, ha aggiunto, augurandosi infine addirittura di avere la Russia come alleato dell’occidente. “Mi piacerebbe riaverlo al G7: la Russia dovrebbe sedersi al tavolo”.


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Pete Hegseth


Anche Mosca si sbilancia. “La nuova amministrazione statunitense cerca la pace in Ucraina", ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, durante una conferenza stampa. "La precedente amministrazione statunitense ha fatto di tutto per garantire che la guerra in Ucraina continuasse. L'attuale amministrazione, a quanto ci risulta, è dell'idea che si debba fare tutto il possibile per fermare la guerra e far prevalere la pace. Siamo molto più comprensivi nei confronti della posizione dell'attuale amministrazione. Siamo aperti al dialogo", ha detto Peskov.


L’Europa rifiuta la pace senza una posizione di forza irrealizzabile

Nonostante le rassicurazioni del tycoon, le parole del capo del Pentagono segnano un netto distacco della dottrina della pace attraverso la forza, finora abbracciata da Zelensky e i leader europei che ora si ritrovano incatenati nel perseguire un delirio bellicista senza fine.
L'Europa si sente esclusa, delusa, quasi tradita dalla telefonata del presidente americano, Donald Trump, con il presidente russo, Vladimir Putin, per intavolare dei colloqui che possano portare alla pace. Il primo a farsi avanti”, ha detto Donald Tusk, presidente di turno del Consiglio Ue.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si rifiuta di accettare una "pace imposta" all'Ucraina. "Non è ancora chiaro a quali condizioni l'Ucraina sarebbe pronta ad accettare un accordo di pace", ha detto al quotidiano Politico, spiegando che il suo ministro della Difesa si è rammaricato delle "concessioni" fatte da Washington a Mosca "anche prima dell'inizio dei negoziati".
Secondo Scholz l'Ucraina deve avere la possibilità di svilupparsi anche dopo un accordo di pace e dovrà avere "un esercito forte", più numeroso di quello precedente alla guerra, equipaggiato con armi occidentali.


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Volodymyr Zelensky


Il ministro degli Esteri UE, Kaja Kallas, è arrivato addirittura a promettere che l'Europa sosterrà l'Ucraina se non accetterà i termini dell'accordo di pace concluso tra Stati Uniti e Russia.
"Se un accordo viene fatto alle nostre spalle (tra Trump e Putin), semplicemente non funzionerà, perché qualsiasi accordo, qualsiasi disposizione, richiede che gli europei implementino quell'accordo. Hai bisogno degli ucraini per implementare quell'accordo", ha detto la Kallas, a margine della ministeriale Difesa della Nato, ritenendo che se Kiev non accetterà gli accordi stipulati, l’Europa stessa la sosterrà.
La rappresentante agli Esteri ha ribadito che "l'adesione alla Nato è la garanzia di sicurezza più forte che esista e, in realtà, è anche la più economica".
È evidente che il partito della guerra in Europa sta schiumando di rabbia contro le intenzioni di Trump per chiudere definitivamente un conflitto che ha avuto come origine proprio l’espansionismo della NATO ad Est. Una realtà riconosciuta anche dall’ex segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, alla commissione affari esteri del Parlamento europeo del settembre 2023.
Allo stato attuale è il nuovo portavoce Mark Rutte a riconoscere che Kiev non è nelle condizioni di negoziare da una posizione di forza e che la Russia in tre mesi, dal punto di vista militare, sta sfornando “quello che tutta la NATO sta producendo da Los Angeles fino ad Ankara in un anno intero”.
Rutte, sostenitore prima dell’ingresso di Kiev nell’Alleanza, ora cambia registro. “La NATO non ha mai promesso l'Ucraina ai sensi di un accordo di pace”, ha affermato, interpellato da Guardian.
La folle ostinazione nel perseguire un conflitto che non porterà alcun risultato al di là di un ulteriore inutile dispendio di vite umane, è difficilmente comprensibile.
In ogni caso, Hegseth ha indicato che Trump è determinato a convincere l'Europa ad assumere la maggior parte delle responsabilità finanziarie e militari per la difesa dell'Ucraina, incluso una possibile Forza di mantenimento della pace che non includerebbe le truppe statunitensi. Il segretario alla Difesa ha anche affermato che la forza di peacekeeping non dovrebbe avere le protezioni dell'articolo 5, che obbligherebbero gli Stati Uniti o le altre 31 nazioni della NATO di venire in aiuto di quelle forze se sono attaccate dalla Russia.
Gli Stati Uniti si smarcano dai teatri di guerra in Europa e lasciano che il continente assuma su di sé tutte le responsabilità e gli oneri dei conflitti presenti e futuri che coinvolgano Mosca. Washington non rischierà più una guerra nucleare per l’Europa.

Foto © Imagoeconomica

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