Il presidente nello Studio Ovale: “Tutto sarà rivelato"
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che desecreta i file sugli assassinii degli anni '60 del presidente John F. Kennedy e di suo fratello Bobby Kennedy, nonché quello del leader per i diritti civili Martin Luther King Jr. "Tutto sarà rivelato", ha detto Trump ai giornalisti mentre firmava l'ordine nello Studio Ovale della Casa Bianca. Già nel 2017, durante il suo primo mandato, Trump fece pubblicare 2800 file segreti sul magnicidio di John Fitzgerald Kennedy. Si accesero subito le speranze che quei documenti potessero in qualche modo contribuire a chiarire alcuni aspetti - cosa che poi avvenne -, anche se Trump accolse immediatamente la richiesta di FBI e CIA di non rendere pubbliche altre migliaia di file, sempre legati al caso. La Cia fece sapere che tra i faldoni secretati, alcuni dei quali degli anni Novanta, vi erano i nomi di agenti segreti, come pure metodi specifici di intelligence e collaborazioni, vitali per proteggere la sicurezza del Paese. Appassionati, storici e giornalisti erano dubbiosi. Trump, però, non batté ciglio e in un memorandum scrisse che seppure “l'opinione pubblica americana aspetta - e merita - che il suo governo fornisca il maggiore accesso possibile agli atti sull'assassinio del presidente JFK in modo che la gente possa finalmente essere pienamente informata su tutti gli aspetti di questo evento cruciale”, non aveva "alcuna scelta (al tempo, ndr) se non accettare" le censure proposte dai dipartimenti e dalle agenzie della sua amministrazione "piuttosto di consentire un danno irreparabile alla nostra sicurezza nazionale".
Un rinvio temporaneo necessario “per evitare danni alla difesa militare, alle operazioni di intelligence, alle forze dell'ordine, o alla conduzione di relazioni straniere che sono di tale serietà da pesare più del pubblico interesse nella pubblicazione immediata". Ieri, dopo aver firmato la desecretazione degli atti su JFK, Trump ha passato la penna che aveva usato a un assistente, dicendo: "Dalla a RFK Jr.", il candidato del presidente a diventare segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani e nipote del presidente assassinato. Segno che la promessa elettorale è stata mantenuta, almeno sulla carta.
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